Como: lacrime nelle Rsa
stavolta per la gioia
«Fine di un incubo»

Due sorelle hanno riabbracciato la mamma.«In 7 mesi solo chiamate e due saluti dal vetro, terribile». E le hanno anche raccontato che è diventata bisnonna

Dopo sette terribili mesi finalmente hanno potuto riabbracciare la mamma: «Salutarsi senza sentirsi attraverso un vetro è stato tremendo».

Clara e Giovanna ViolettiPerri hanno lavorato una vita al Sant’Anna, sanno bene cos’è il Covid. Finita la prima drammatica ondata, perso il padre, hanno deciso di portare la mamma Maria, di 81 anni, alla Ca’ d’Industria, nella struttura “Le Camelie”, per meglio gestire una malattia progressiva tipica della terza età. Era il 16 di ottobre. Passata l’estate nessuno o quasi prevedeva il ritorno drammatico e duraturo della pandemia. «Da allora non l’abbiamo rivista se non al cellulare o attraverso un vetro – raccontano le due sorelle – oggi finalmente ci siamo riabbracciate. È stato tremendo. Abbiamo fatto tante videochiamate, quello sì, ma mancava un reale contatto. Per due volte, salvo durante la zona rossa, siamo venute per un saluto dalla porta. È stato molto difficile spiegare a nostra madre questa triste lontananza».

Tanti problemi per gli anziani

Molti anziani con problemi di udito o con deficit cognitivi, dall’altra parte di una porta di sicurezza non riescono a comprendere le parole dei figli. Non si capacitano delle misure per il contenimento della pandemia. Non capiscono perché i loro cari non stanno loro vicini. Gli infermieri e gli assistenti della Ca’ d’Industria sono stati testimoni di tanti pianti, molti ospiti hanno sofferto dimostrando con le lacrime la loro pena.

Da questa settimana, pur con tutte le dovute precauzioni, sono ripresi gli incontri in presenza. «Mia mamma ha superato il Covid senza per fortuna ammalarsi – racconta Clara – ed è stata vaccinata anche con la seconda dose. Io ho fatto la prima e mia sorella attende a breve la vaccinazione. Abbiamo entrambe fatto il tampone ieri, con esito negativo ed ora siamo finalmente potute passare a salutare di persona nostra madre pur indossando la mascherina». Serve almeno una Ffp2. E così le due sorelle, commosse, hanno potuto raccontare alla madre che è diventata bisnonna, le hanno mostrato la foto del piccolo Leonardo che sta crescendo.

La vita vince nonostante tutto

Perché la vita, nonostante tutto, vince sempre. Le hanno raccontato del battesimo, le hanno promesso che non appena sarà possibile verranno figli e nipoti a salutare. Nella speranza si possa, davvero, riaprire le porte delle Rsa. Perché, per ora, entrare non è così semplice. Gli appuntamenti sono pochi per ogni giorno, il personale deve gestire turni, visite, distanze, serve controllare tamponi e certificati. Gli incontri durano poco, venti minuti, occorre stare preferibilmente all’aperto indossando come detto mascherina certificate. Alcune Rsa non si sono ancora organizzate. Se ne uscirà mai?

«Siamo ancora in una fase di transizione e la prudenza è d’obbligo - spiega Mario Gianni Susta, direttore sanitario della Ca’ d’Industria –. La vaccinazione non significa la scomparsa del Covid. Il vaccino ci difende dalla malattia grave e per fortuna nella nostra Rsa il 99% degli ospiti è vaccinato, salvo un degente con una particolare allergia. Siamo al sicuro, dentro a una bolla. Fuori però occorre vaccinare con l’intero ciclo la maggioranza dell’intera popolazione». S. Bac.

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