
Cronaca / Como città
Giovedì 02 Ottobre 2025
Como, le scuole Corridoni e De Calboli chiuderanno. Il sindaco: «Stanze cucù». La maggioranza: lì costruiamo autosili
Como Una discussione durata ore in aula. I consiglieri di maggioranza votano per le chiusure dei plessi e impegnano la giunta a fa costruire parcheggi al posto delle scuole. Rapinese: «Corridoni, una scuola che è un cesso tanto quanto l’altra (la Perti, ndr)»
Como
La discussione sul piano di riorganizzazione delle scuole in città nella serata tra mercoledì e giovedì è durata ore, fino all’una di notte inoltrata, con un serrato botta e risposta che ha visto impegnati soprattutto il sindaco Alessandro Rapinese, che ha presentato la posizione della giunta, e i consiglieri di minoranza (presenti tutti tranne Antonio Tufano per FdI e Barbara Minghetti per Svolta Civica).
La delibera sulla programmazione delle scuole è stata infine approvata con il voto contrario di tutti i consiglieri di minoranza presenti e della consigliera di maggioranza Paola Ceriello, mentre la consigliera di maggioranza Arianna Pellegatta si è astenuta. Si è trattato della prima occasione in cui due rappresentati dell’ala di maggioranza in consiglio hanno deciso di smarcarsi dalle indicazioni della giunta e dal voto degli altri consiglieri di maggioranza. Maggioranza tra le cui fila, dall’inizio della serata, si contavano anche tre assenti: Camilla Veronelli, Milo Casati e Paola Tocchetti.
Parlando delle chiusure, Rapinese ha detto: «Se nessuno si fosse frapposto tra noi e la chiusura della primaria di via Perti oggi avremmo risolto il problema (della Corridoni, ndr). L’altra (via Perti, ndr) è in attesa di giudicato, intanto continuiamo in una scuola che è un cesso quanto l’altra».
La discussione sulla delibera ha avuto poi per protagonista l’espressione, lanciata dal sindaco, di «aule cucù» o ancora «aule peluche». Espressioni con cui Rapinese ha fatto riferimento a quelle aule che i genitori poco più di un’ora prima, durante la protesta in cortile, e anche i politici di minoranza in aula poi hanno rilevato come fondamentali per il percorso formativo e scolastico degli studenti tutti ma in particolare di quelli più fragili e con disabilità (durante la seduta si è parlato dei 18 studenti con disabilità che frequentano la scuola di via Sinigaglia, da chiudere per la giunta).
Lo scontro con il sindaco: «Di voi ho stima zero»
Puntualizzazioni a cui il sindaco ha risposto dicendo ai consiglieri di minoranza: «Siete riusciti in una sola sera a strumentalizzare oltre alle tragedie dovute al maltempo anche i disabili. Nessuno qui ha detto che le persone con disabilità verranno escluse. Solo starvi vicino mi dà fastidio. State starnazzando - ha aggiunto in risposta alle proteste in aula dei consiglieri di minoranza - La democrazia mi impone di condividere la sala con voi, ma siete persone di cui ho stima zero».
I genitori e i portavoce delle famiglie lasciano l’aula in segno di protesta
Di fronte a questa affermazione del sindaco la delegazione dei portavoce delle famiglie, presenti prima in cortile durante la prima fase del consiglio comunale per protestare contro la proposta della giunta e poi in aula per presenziare ai lavori del consiglio, ha deciso di lasciare l’aula. Sono stati infatti i portavoce dei consigli d’istituto coinvolti dalle chiusure e dagli accorpamenti per primi a sottolineare l’importanza delle aule di decompressione per gli studenti con disabilità presenti in particolare nel plesso di via Sinigaglia tornate al centro della discussione in aula.
Molte domande rimaste senza risposta in aula
Sugli studenti con disabilità che frequentano le scuole che la giunta vuole chiudere sono state fatte diverse domande dai consiglieri di minoranza in fase di richiesta di chiarimenti a cui dalla giunta, rappresentata dal sindaco, non sono state date però risposte. Molte in generale le richieste di chiarimento presentate, la maggior parte delle quali ignorate dal sindaco in quanto «tecniche»: «Penseranno le scuole a come organizzarsi al loro interno, non riguarda me» ha detto il sindaco a fronte della maggior parte degli interrogativi posti. Alcuni di questi riguardavano i criteri presi in considerazione per valutare la capienza delle aule (più volte i consiglieri di minoranza, riprendendo posizioni espresse anche dai consigli d’istituto, hanno ribadito che si tratta di numeri errati perché considerano ogni superficie della scuola come potenziale classe, senza considerare spazi ulteriori e necessari), la distanza percorribile a piedi dagli studenti della primaria di Ponte Chiasso che dovranno spostarsi a Monte Olimpino e varie altre.
Piccata la risposta del consigliere di maggioranza Gianfranco Rossetti al termine della serata dopo che più volte i consiglieri di minoranza hanno sottolineato di aver effettuato sopralluoghi informali nelle scuole in chiusura per valutarne gli spazi e constatando, nel caso della Corridoni, che le aule al momento sono interamente occupate.Ai consiglieri di maggioranza è stato chiesto dai colleghi d’opposizione se abbiano mai messo piede in queste scuole, Rossetti ha replicato così esprimendo il proprio parere sulla delibera: «Ricordo due numeri: 18 milioni stanziati per le scuole del Comune di Como. Il secondo numero è due e sono due parole: a norma. Questo è lo spirito di quello che andiamo a votare a fare: mettere a norma le scuole. Vuol dire permettere ai nostri bambini e insegnanti di entrare in edifici a norma di legge. Cosa che non è mai stata fatta prima. Cosa vuol dire mantenere un edificio vecchio di cent’anni con tutti i problemi che ha e che se dovesse essere messo a norma verrebbe a costare il doppio di quello che si può usare per ristrutturare altre due o tre scuole che hanno 50 o 60 anni di meno? Sono state fatte verifiche sui numeri e sulle possibilità di trasferire alla Foscolo degli studenti della Corridoni. Chiedetevi se con queste lotte fate il bene dei vostri figli e dei vostri nipoti».
A parte quest’ultima presa di posizione, tantissimi gli interventi che si sono susseguiti nel corso della serata da parte di tutti i gruppi di minoranza e del sindaco, con toni molto accesi, ma con un solo ulteriore intervento dai consiglieri di maggioranza, quello di Davide Niso che ha risposto a un intervento del consigliere del Pd Stefano Legnani (il consigliere del Pd ha suggerito che la modalità con cui è stata richiesta una seconda commissione, dopo la prima, per organizzare un sopralluogo nelle scuole in questione sia stata poco trasparente) sostenendo di aver convocato la commissione nei tempi richiesti. Il sindaco ha ribadito più volte le ragioni della giunta sottolineando la necessità di razionalizzare gli edifici scolastici per far fronte alla denatalità crescente in città e per poter intervenire ristrutturando e mettendo a norma le scuole rimaste aperte.
La proposta ufficiale: parcheggi al posto delle aule
Un altro intervento dai banchi di maggioranza è arrivato in tarda serata (il consiglio è proseguito a oltranza, concludendosi oltre l’una di notte), momento in cui il consigliere Davide Bernasconi ha presentato un ordine del giorno per impegnare la giunta a valutare la «trasformazione in autosili» delle scuole primarie De Calboli di via Brogeda, a Ponte Chiasso, e Corridoni di via Sinigaglia. E se per la Corridoni la trasformazione in autosilo, con ogni probabilità al servizio dello stadio Sinigaglia (il sindaco ha detto durante la serata «mi sembra una splendida idea togliere le auto dalle strade in quella zona che sarà la più bella della città»), era già nota e mai smentita dal sindaco stesso, ora l’ipotesi si fa concreta sia su questo istituto che per quello di Ponte Chiasso.
Due consigliere di maggioranza votano contro la proposta sulla creazione di autosili
L’altra proposta avanzata dai consiglieri di maggioranza nel corso della seduta impegna la giunta ad accorpare gli otto consigli d’istituto in quattro così organizzati: Como 1 (che comprenderà Como Nord e Como Borgovico); Como 2 (che comprenderà Como Lago e Como Centro Città); Como 3 (che comprenderà Como Prestino Breccia e Como Rebbio) e Como 4 (che comprenderà Como Albate e Como Lora). Entrambe le proposte sono state approvate nonostante il voto negativo di tutti i consiglieri di minoranza presenti e con il voto positivo di tutti i consiglieri di maggioranza presenti, con l’eccezione di Arianna Pellegatta e Paola Ceriello che hanno votato contro la proposta di trasformare le scuole in autosili e astenendosi sulle modifiche all’organizzazione degli istituti comprensivi.
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