Como tra le città con più eventi estremi. Alluvioni e siccità, ma non c’è un piano

Il report Con 11 casi negli ultimi dieci anni, il Comune è tra i più esposti al cambiamento climatico - Numeri più alti dal 2017 in poi. Manca una strategia, presente invece in altri Comuni a rischio

Tra i primi dieci comuni tra 50 e 150mil abitanti che negli ultimi dieci anni hanno subito il più alto numero di eventi estremi c’è anche Como. Si trova in quarta posizione nella classifica stilata dal report di Legambiente “Clima città 2025”, sotto Agrigento, Ancona e Forlì, con la quale però condivide lo stesso numero totale di eventi estremi, al pari anche di Fiumicino. Sono undici quelli che Legambiente ha rilevato per il Comune di Como, l’ultimo il 22 settembre scorso quando in città si sono verificate frane ed esondazioni fluviali provocate da un nubifragio di quelli che si vedono raramente.

Ma già pochi mesi prima il capoluogo era stato oggetto di un altro evento estremo, a inizio luglio quando forti raffiche di vento e temporali hanno travolto la città provocando allagamenti sia sul lungolago, con la chiusura del lungo Lario Trieste e Trento e lo straripamento dei tombini in piazza Cavour, sia nelle zone più collinari del territorio comunale.

Più tranquillo invece il 2024, anno in cui non sono mancati eventi climatici estremi sul lago, ma non hanno coinvolto direttamente o comunque non con la stessa intensità la città. Lo stesso non si può dire del resto del territorio: dalla frana di un parcheggio privato a Laglio, che ha portato un’auto quasi a precipitare nel lago, a giugno, ai danni provocati a parcheggi e cantine a Uggiate Trevano a inizio luglio, quando le strade sono diventate dei fiumi.

Proseguendo invece a ritroso nel 2023 si sono registrati allagamenti anche in città: a giugno via Brambilla si è allagata, i tombini sono rimasti ostruiti dal fango e ci sono stati anche smottamenti di detriti che hanno invaso alcuni negozi e case. A luglio dello stesso anno, sempre in città ancora allagamenti dovuti alle forti piogge e alla grandine, con danni in centro storico.

Un altro episodio, ma esattamente opposto a quelli appena elencati, è avvenuto invece nel 2022 quando il lago di Como ha registrato dati critici, con solo l’11,2% del riempimento e danni legati alla siccità, come già si era verificato nel 2019, sempre in città, e nel 2018 quando il livello troppo basso del lago aveva costretto la Navigazione a sospendere il servizio al pontile viaggiatori a Cadenabbia.

Ancora allagamenti ad agosto 2021 per poi passare al 2020 con danni al quartiere di Camerlata dove, a causa delle piogge intense, il controsoffitto del centro civico si è distaccato con allagamenti in varie stanze e problemi anche in altre zone della città, dove una ventina di giorni prima c’erano già state esondazioni legate alle piogge intense.

Il punto di svolta per il clima comasco è il 2017, anno prima del quale non sono stati rilevati eventi climatici estremi né nel capoluogo né in altre zone della provincia. E infatti lo studio effettuato da Legambiente mostra che è solo negli ultimi anni e in particolare nel 2025 che il numero di eventi estremi registrati nelle città italiane è significativamente aumentato. Dei 136 Comuni con oltre 50mila abitanti solo 54 però hanno un piano o una strategia di adattamento al cambiamento climatico. E, stando al report di quest’anno, Como non rientra ancora nell’elenco delle città virtuose, a differenza di Agrigento, Ancona, Forlì, Sassari e Pesaro.

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