Comune, 231 case fatiscenti (e vuote)
Il volontariato ne recupera e gestisce 26

Palazzo Cernezzi chiede aiuto al Terzo Settore per affrontare l’emergenza abitativa - Stanziati 83 mila euro per sostituire caldaie e adeguare gli impianti in alcuni dei 789 alloggi

Emergenza abitativa, post-Covid la piaga si allarga. Cresce la domanda di case, ma gli alloggi comunali a disposizione non riescono a rispondere in maniera tempestiva e adeguata ai nuovi bisogni. Su 789 immobili, 231 sono sfitti. Il motivo è uno solo e sempre lo stesso ormai da anni: la carenza di manutenzione. Il Comune ha quindi deciso di riprovarci. Dopo il bando di questa estate, a cui aveva partecipato solo Fondazione Scalabrini, lancia un’ulteriore sfida ai soggetti del Terzo Settore.

Sul piatto l’Amministrazione ha messo 83.961,85 euro che saranno impegnati per la sostituzione di caldaie e per l’adeguamento degli impianti di alcuni alloggi comunali dei servizi abitativi pubblici. Ma le risorse necessarie per la ristrutturazione degli immobili Sap, a causa del mediocre stato di conservazione, sono ingenti e le tempistiche per il reperimento di fondi non permettono la realizzazione di interventi in tempi brevi.

Il quadro si complica anche perché l’emergenza si sta cronicizzando. Il report “I Working poor a Como: bisogni e offerta con particolare attenzione al problema abitativo”, redatto dai Servizi Sociali, delinea una situazione in cui sono notevoli le necessità relative all’housing sociale in particolare per chi si trova in condizione di grave deprivazione abitativa e per i nuclei in situazioni di svantaggio sociale. Il problema dell’abitare una casa dalle fasce più deboli della popolazione si è esteso ad un ampia fetta di persone che pur avendo un reddito ha problemi ad accedere al mercato, sono coinvolti anche i giovani che non riuscendo a comprare casa sono costretti a rimanere in famiglia o ricorrono a un affitto in periferia. Ma le stesse condizioni le vivono famiglie monoparentali, anziani o single.

È una grande terra di mezzo, abitata da individui che da un lato non hanno facoltà di comprare una casa e dall’altro non possono accedere alle “case popolari” perché il loro reddito risulta nella media. È per questo motivo che strumenti di sostegno come il social housing stanno prendendo sempre più piede.

Da qui il tentativo dell’Amministrazione di rilanciare un programma di valorizzazione del proprio patrimonio che richiede però uno sforzo, anche importante, al Terzo Settore per far fronte comune nella lotta alle nuove povertà, povertà che la pandemia non ha fatto altro che rendere ancora più profonde.

Sono stati individuati 26 alloggi per la valorizzazione alternativa. Tutti sono disabitati perché le condizioni in cui versano risultano scarse sul piano anche della manutenzione ordinaria. Si procederà con un bando per l’individuazione di soggetti del Terzo Settore a cui affidare in concessione gli immobili per progetti di housing sociale.

I soggetti si faranno carico di recuperare le 26 unità immobiliari, progettando ed eseguendo le opere necessarie, per poi provvedere all’assegnazione degli alloggi a nuclei in condizione di svantaggio sociale residenti a Como. L’importo comunale di 83.961,85 euro potrà essere utilizzato per dare sì corso alla sostituzione delle vecchie caldaie ed all’adeguamento degli impianti in unità abitative Sap, però queste unità saranno diverse dai 26 alloggi di cui si faranno carico i soggetti del Terzo Settore.

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