Diploma e spumante, i presidi: ora basta. «Festeggiate pure, ma senza sporcare»

Maturità Sporcizia e cattivi odori, dal Giovio al Volta la moda di “innaffiare” gli amici non piace - «Anche coriandoli e petardi: eccessivo. Almeno non fatelo proprio all’ingresso della scuola»

Sì ai festeggiamenti post colloquio di maturità, ma senza esagerare e nel rispetto del decoro scolastico e pubblico. Questo l’appello lanciato dai dirigenti scolastici a studenti e famiglie, anche se non tutti lo stanno rispettando. Se i mazzi di fiori di certo non sporcano, diverso è per le docce di spumante ai “maturi” e per i coriandoli che poi restano a terra. Un’usanza comune praticamente in tutte le scuole, pur come detto con l’invito dei dirigenti a non esagerare.

Anche i petardi?

«Secondo me sono anni ormai che i festeggiamenti sono eccessivi – ammette Nicola D’Antonio, preside del liceo Giovio -. Anche il fatto che ti diplomi e ti aspettano fuori manco avessi vinto la Champions League mi sembra esagerato, ma sono coinvolti anche genitori, nonni e zii, tutti. Noi chiediamo di non farlo proprio all’ingresso della scuola. Trovo infatti a terra l’alcol: davanti al Volta e al Ciceri la strada era in condizioni pietose quando sono passato. I nostri mi sembra si fermino a spumante, fiori, coriandoli. In altre scuole addirittura i petardi. Faccio parte di una generazione in cui ti diplomavi ed eri felice, ma si festeggiava alla laurea. Ora al diploma sporcano, gridano, quindi abbiamo stabilito di non farlo proprio all’ingresso e per ora lo stanno rispettando. Uscendo si sente odore di alcol, tra l’altro alcune sono bottiglie di pregio, è anche uno spreco. Ho sentito che da altre parti lanciano pure uova e farina, spero non lo facciano qui. Se si vuole festeggiare ok, l’importante è non sporcare e comunque avere una certa buona educazione. Tra l’altro si festeggia il diploma ancora prima di sapere il voto».

Anche Angelo Valtorta, preside del Volta e in reggenza al Caio Plinio, conferma di aver più volte raccomandato di non sporcare gli spazi esterni, mentre la dirigente scolastica del Pessina Nora Calzolaio si è trovata davanti a situazioni spiacevoli. «Confidavamo nella maturità dei maturandi, ma dentro al cancello abbiamo un sacco di coriandoli e appena fuori bottiglie vuote di ogni tipo – spiega -. Per non parlare di chi si presenta ad assistere al colloquio in tenuta da spiaggia e, dato che non faccio entrare chi è vestito cosi, mi accusa di avere una ideologia da Medioevo e aggiunge che è vergognoso che una donna - cioè io - dica a un’altra donna - la ragazza in tenuta da spiaggia - che in una scuola non si entra così anche se fa caldo. Fuori da qui si può fare ciò che si vuole, ma come non si va al lavoro in tenuta da spiaggia, così non si entra a scuola con pantaloncini minimali e canottiera appena sotto il seno».

Questione di contesto

«Purtroppo - conclude la preside - oggi i ragazzi non si rendono conto che ci sono delle differenze tra contesto e contesto: per loro - e del resto la ragazza lo ha detto - si può andare vestiti da spiaggia anche all’università o a scuola. Per loro si può parlare a un dirigente scolastico come si parla al compagno di banco. E sempre per loro, con tono di sfida, si può dire “adesso per protesta entro e mi tolgo la maglietta”, questo detto da un ragazzo. Sono davvero stanca di questa inciviltà».

Mancanza di educazione a parte, i festeggiamenti sono in corso fuori da ogni scuola ed è evidente come i tempi siano cambiati rispetto al passato: ora quasi nessuno si fa mancare lo spumante e un mazzo di fiori, divenuti simbolo di un traguardo costato impegno e sacrifici.

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