FdI al 30% e adesso Como si aspetta un posto nel Governo

Politica Il coordinatore provinciale: «Auspico che per il senatore Butti ci sia un riconoscimento governativo». Il comasco Russo (FI) incerto sull’elezione

Fratelli d’Italia nel Comasco è volata al 30% e ora l’obiettivo è quello di entrare nel Governo. Lo dice, senza giri di parole, il coordinatore provinciale Stefano Molinari: «La dirigenza locale - le sue parole - auspica che ci sia un riconoscimento governativo per il senatore Butti anche in relazione alle competenze specifiche e ai tanti anni di esperienza parlamentare». Butti è stato in passato anche nel collegio di Vigilanza Rai, si è occupato di telecomunicazioni e anche di trasporti e infrastrutture: in questi ambiti potrebbe scattare per lui un incarico di sottosegretario. Non si può escludere nemmeno che gli possa essere affidato un ministero. Ad ogni modo la stessa leader di Fratelli d’Italia, che da giorni non rilascia dichiarazioni come quasi tutti i big del partito, si è affidata ai social per smentire «irreali ricostruzioni in merito a eventuali ministri di centrodestra» fatte dalla stampa nazionale e ha concludo dicendo: «Vi assicuro che stiamo lavorando a una squadra di livello che non vi deluderà».

Eletto nel plurinominale al Senato dove era capolista, Alessio Butti ha alle spalle decenni in Parlamento. A Palazzo Madama è già stato in passato per due legislature dal 2006 al 2008 e dal 2008 al 2013, ma ha una lunga esperienza anche alla Camera, dove è stato eletto per la prima volta con l’Msi dal 1992 al 1994, poi dal 1996 al 2006 con An e dal 2018 con FdI. Questa è la sua settima legislatura a Roma. E proprio sul risultato elettorale fa leva il numero uno provinciale Molinari: «Un grandissimo risultato a livello provinciale in cui abbiamo superato il 30% e dove siamo andati male abbiamo doppiato la Lega. Siamo molto contenti anche se chiaramente adesso bisogna rispondere puntualmente al territorio».

Nonostante il risultato clamoroso ottenuto sul Lario, Fratelli d’Italia porta a Roma un solo comasco: gli altri eletti sul territorio sono paracadutati

Fratelli d’Italia, nonostante il risultato clamoroso porta a Roma solo un comasco, Butti (esattamente come nel 2018, quando il partito era al 4.3%) poiché gli altri eletti - in primis alla Camera - sono due paracadutati. La capolista Sara Kelany, ad esempio, è laziale. In pratica a Roma va la stessa rappresentanza territoriale. Per fare un paragone, la Lega con la metà dei voti (il 14.6%) porta due parlamentari comaschi, Nicola Molteni ed Eugenio Zoffili. Nel 2018, con quasi il 32% a livello provinciale per il Carroccio comasco scattò il ruolo di sottosegretario all’Interno per Molteni (nel primo Governo Conte e nel Governo Draghi) e Como ebbe, anche se solo per poco, un ministro con Alessandra Locatelli nominata alla Disabilità e alla Famiglia.

Adesso è il turno di Fratelli d’Italia rivendicare un posto nel Governo vista la valanga di voti ottenuti in tutta la provincia, con picchi (in alcuni piccoli Comuni del lago del 46% e del 48% delle preferenze).

Comasco ancora in bilico

Intanto c’è anche un altro comasco che potrebbe entrare in Parlamento con la casacca di Forza Italia. Si tratta del giornalista Paolo Emilio Russo, figlio dello storico politico di sinistra scomparso due anni e assistente di Silvio Berlusconi. Candidato in due collegi in Sicilia è ancora in bilico per via dei riconteggi richiesti da +Europa nonostante siano passati ormai cinque giorni dalla notte dello spoglio elettorale. Modifiche degli eletti che stanno interessando diversi partiti: ad esempio Umberto Bossi, capolista alla Camera nel plurinominale di Varese era stato inizialmente indicato come non eletto, mentre nella giornata di mercoledì era arrivato il cambio di rotta del Viminale. A ieri sera lo stesso Russo non aveva ancora la certezza matematica di far parte del nuovo Parlamento.

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