Gare deserte a Como per i lavori pubblici: ora è allarme

Cantieri Dal superbonus al Pnrr, crescono le richieste ma diminuisce il numero delle aziende in grado di soddisfarle. L’imprenditore: «Tanti colleghi sono falliti, manca manodopera». Il sindaco: «C’è interesse solo per le grandi opere»

Ci sono troppi lavori da fare e troppe poche aziende disponibili a farli.

È successo per il campo da rugby di via Longoni, lavori da un milione di euro andati a vuoto per costruire campi da padel e lo skate park. Prima aveva avuto uno stop anche la riqualificazione del forno crematorio, un cantiere che doveva partire a gennaio e che ora è stato finalmente assegnato. L’ultima notizia è che è andata deserta anche la gara per aprire la Porta Pretoria, il prezioso sito archeologico.

Tra il Pnrr, la coda del super bonus edilizio, il piano Marshall della Regione lanciato durante il Covid, le amministrazioni locali anche per l’ordinario faticano a trovare ditte con le giuste competenze interessate ad impegnarsi nei nuovi cantieri. Per di più nel settore molte imprese continuano a notare il generale ingessamento degli uffici comunali del capoluogo.

Gli inviti

«Se il mercato è saturo non è colpa mia – commenta il sindaco Alessandro Rapinese –, la parte politica può arrivare fino alla gara, dopo però servono le imprese. Stiamo lavorando per costruire un nuovo bando per il campo di via Longoni, una partita da circa un milione di euro tramite Pnrr. In compenso posso assicurare che per fare i lavori a Villa Olmo, dodici milioni di euro complessivi, l’interesse delle aziende c’è ed è grande».

Il primo cittadino suggerisce in sostanza che sono più sicure di andare in porto le gare più corpose, mentre i lavori dagli importi più ridotti sono più a rischio. Vista la carenza di aziende disponibili la Provincia, come stazione appaltante, usa diverse accortezze. Per esempio invita non cinque, ma venti imprese potenzialmente interessate e poco prima della scadenza invia perfino un promemoria. Un metodo che invece Palazzo Cernezzi non sempre mette in pratica.

I prezzi dei materiali

«Il mercato è sempre più ristretto e i lavori da fare in questo frangente storico sono tantissimi – ragiona Matteo Accardi, dirigente provinciale responsabile degli appalti del Pnrr – Il settore dell’edilizia regge la maggior parte del carico. Ed è purtroppo molto dimagrito negli ultimi anni, nel Comasco sono fallite tante imprese storiche. Oggi possiamo chiamare un numero ridotto di realtà, sempre le stesse, molte delle quali tra l’altro sono già impegnate in cantieri importanti. A partire dalle paratie del lungolago. La situazione nelle altre vicine province è la stessa. A parte il Pnrr in Lombardia si lavora ancora con il super bonus edilizio e con il piano Marshall regionale che ha messo sul piatto la bellezza di quattro miliardi di euro».

Con l’aumento dei prezzi dei materiali i Comuni, capoluogo compreso, devono in corsa mettere mano ai progetti più datati per rivedere stime e bilanci. Succede così sempre in città anche per la piscina Sinigaglia. «È vero, c’è questa difficoltà – racconta Stefano Ferrari per l’impresa edilizia comasca Selva Mercurio -. Siamo rimasti in pochi, perché tanti colleghi purtroppo sono falliti. Di contro la mole di lavoro è grande. Dopo il super bonus il Pnrr sta offrendo forti possibilità, tutte però compresse nell’arco di pochi mesi, quando invece avremmo modo di gestirle meglio nell’arco di diversi anni. Tante gare sono quindi in dubbio, non sappiamo se partecipare o meno. Soffriamo anche un calo della mano d’opera, complice la vicina Svizzera. Lavorando con il pubblico comunque notiamo ancora la lenta fatica del Comune di Como. Per troppi anni è mancata una gestione chiara degli uffici. Oggi, al netto della nuova parte politica, permangono delle difficoltà, un po’ di ingessamento. Un frutto forse dei tanti errori commessi in passato».

Il settore Lavori pubblici peraltro è in una fase di passaggio, solo a luglio è atteso l’arrivo di un nuovo dirigente.

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