Gli affitti brevi in centro storico. «La novità penalizza i proprietari»

Turismo La Corte costituzionale dà l’ok alla legge toscana: più vincoli e oneri. Reazioni a Como. Bocchietti (Confedilizia): «Una sentenza che mette in difficoltà i “piccoli” e comprime i diritti»

Como

Chi ha una casa in centro storico in futuro potrebbe far molta più fatica ad affittarla ai turisti nonché sostenere costi e vincoli burocratici più onerosi. Sugli affitti brevi, infatti, la Consulta salva la legge toscana sul turismo. Una decisione che preoccupa Confedilizia Como secondo cui «così si comprimono proprietà privata e iniziativa economica».

La sentenza

La Corte costituzionale ha ritenuto legittima gran parte della norma introdotta in Toscana. Una decisione che, se da un lato riconosce la possibilità di regolamentare il fenomeno turismo, dall’altro, secondo Confedilizia, rischia di tradursi in una forte penalizzazione per i piccoli proprietari di casa.

«La Corte costituzionale, di fatto, salva una legge estremamente penalizzante per i proprietari che utilizzano il proprio immobile per gli affitti turistici – spiega Claudio Bocchietti, presidente di Confedilizia Como – è una sentenza che mette in difficoltà i piccoli proprietari e che comprime diritti fondamentali come il diritto di proprietà e quello di iniziativa economica».

Il timore principale riguarda l’effetto emulativo della normativa toscana. «Speriamo che in Lombardia, se una legge dovrà uscire, sia ben diversa da quella toscana - sottolinea il presidente di Confedilizia Como – perché si tratta di una disciplina che mette una serie di paletti spesso inutili, pensati più per ostacolare gli affitti brevi che per governarli».

Le criticità

Tra i punti più contestati c’è l’obbligo di cambio di destinazione d’uso dell’immobile. «Un proprietario che ha una seconda casa, magari acquistata con i risparmi di una vita, oggi dovrebbe incaricare un geometra, sostenere costi rilevanti e trasformare la destinazione da residenziale a turistico-ricettiva - precisa Bocchietti - e non basta: dovrebbe anche aprire una partita Iva, diventare imprenditore, dotarsi di commercialista, registri e adempimenti, anche se affitta un solo appartamento. È francamente una richiesta esagerata».

Altro nodo cruciale è il potere attribuito ai comuni di delimitare aree in cui vietare o limitare gli affitti brevi. «La grande novità della legge toscana è che i Comuni possono individuare zone dove gli affitti brevi non si potranno più fare - osserva Claudio Bocchietti – ma mentre ai proprietari si impongono vincoli e costi, gli alberghi vengono favoriti perché potranno trasformare abitazioni in alberghi diffusi e aumentare la capacità ricettiva» a scapito dei piccoli proprietari.

«È evidente che esiste un’esigenza di alloggi per lavoratori e studenti» riconosce il presidente di Confedilizia Como. Ma la strada scelta fa ricadere la mancanza di politiche abitative sui piccoli proprietari di casa. «È una legge che va contro la tutela del risparmio, che è un principio costituzionale, e contro l’iniziativa economica. Mantenere un immobile costa e il proprietario dovrebbe poter decidere come utilizzarlo».

Pur avendo in passato riconosciuto la necessità di regolamentare gli affitti brevi, soprattutto nei centri storici, Claudio Bocchietti distingue: «c’è modo e modo di intervenire. Servono gradualità e strumenti equilibrati, non norme che dall’oggi al domani stravolgono un intero settore e penalizzano investimenti già fatti».

La proposta alternativa è «invece di penalizzare gli affitti brevi, bisognerebbe incentivare quelli di lungo periodo - conclude Claudio Bocchietti - estendere la cedolare secca al 10% anche fuori dal Comune di Como, favorire i contratti concordati, arrivare fino all’azzeramento dell’Imu per chi affitta a canone calmierato. Questa sarebbe una politica della casa capace di aumentare l’offerta per i residenti, senza comprimere diritti e aspettative».

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