I guai della scuola comasca: «Mancano spazi, iscrizioni respinte». Sondaggio

La ripresa Cambiare corso di studi è quasi impossibile. I presidi: «Aule già piene, tanti non possono scegliere». E voi quali disagi avete riscontrato in questi primi giorni di scuola? Rispondete al sondaggio nell’articolo o fatecelo sapere nei commenti

Mancano spazi nelle strutture scolastiche cittadine. E molti studenti si sono visti respingere le iscrizioni. Tra i vari ostacoli che si incontrano ogni anno all’inizio delle lezioni - tra tutti la mancanza di professori - da qualche tempo ce n’è uno in più: l’incertezza dei ragazzi di poter essere accolti dalle scuole che avevano scelto all’atto dell’iscrizione. E ieri, primo giorno del nuovo anno scolastico, molti presidi hanno evidenziato il problema.

Rifiutati dalle scuole

Come già emerso con prepotenza alla fine del primo quadrimestre, è difficile reinserire i giovani che nel passaggio alle superiori incontrano difficoltà e magari sbagliano strada. La criticità investe anche gli edifici delle scuole più antiche, dove non ci sono sufficienti aule per accogliere tutti i nuovi iscritti.

«Noi quest’anno abbiamo respinto una settantina di iscrizioni – racconta Vincenzo Iaia, il dirigente scolastico del Teresa Ciceri – non potevamo fare altrimenti, a meno di dover rinunciare ancora all’aula magna e ad altri locali prima adibiti ad aule. Siamo saturi. Abbiamo anche dovuto formare una classe prima in meno, ripartendo gli alunni nelle altre sezioni».

Questi studenti bussano dunque alle porte di altre scuole. E così fanno anche gli alunni respinti, i bocciati, che faticano ad essere reinseriti soprattutto nei percorsi liceali, dove gli iscritti ripetenti sono in genere molto pochi.

«In istituti come il Caio Plinio i ripetenti sono una quota significativa – spiega Silvana Campisano, la preside dell’istituto tecnico di via Italia Libera – per fare spazio agli studenti venuti da altre scuole noi da dieci classi prime siamo passati a dodici sezioni. Nelle terze abbiamo aule con 28 studenti. Abbiamo abbattuto fisicamente delle pareti per aumentare la nostra capienza. Ma non abbiamo mai ottenuto risposte sulla nostra esigenza di trovare altri metri quadrati. Il passaggio da una scuola all’altra è sempre molto complicato».

Anche i percorsi regionali vicini al mondo del lavoro non bastano, visto che hanno un massimale di borse da assegnare oltre al quale non riescono a formare nuove classi. Alcune famiglie si rivolgono così alle paritarie. «Noi siamo sempre disposti ad accogliere nuovi studenti – spiega Davide Discacciati, responsabile dell’istituto paritario Casnati – ma il problema del reinserimento esiste, è concreto. Il rischio è che alcuni alunni dopo una bocciatura vengano spostati su percorsi formativi che non sono di loro interesse».

Da scuole come la Magistri c’è una fuoriuscita di respinti. Ma anche dal liceo Giovio, che quest’anno inizia l’anno scolastico con le cattedre già al completo, un fatto che è quasi un record.

La scelta giusta

«È difficile che i licei riassorbano gli studenti che hanno incontrato maggiori difficoltà – commenta Valentina Grohovaz, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Como centro città – ci sono alunni che dopo essere stati bocciati sono costretti a scelte di ripiego, frequentano corsi che non vorrebbero frequentare. Così però rischiano di fallire nuovamente. Io penso che le scuole, non solo a Como, debbano lavorare meglio sull’orientamento scolastico. Alle superiori il riorientamento quasi non esiste più. Ma l’impegno maggiore dovrebbe essere fatto sul primo ciclo».

La giusta scelta bisogna farla a soli 13 anni. È una scelta importante per evitare di perdersi per strada e di rimanere esclusi dagli istituti più affini con i propri talenti.

Infine, sul fronte traffico: ieri, primo giorno, niente caos anche per via delle entrate scaglionate. Ma già in settimana le strade della città si riempiranno. Tutti in coda al mattino con l’aggravante dei lavori in autostrada che rallentano ulteriormente la viabilità.

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