Judo sul palco contro il sindaco. La replica: «È un imbroglio»

Sport e Comune I rappresentanti dell’associazione protestano al Sociale. Rapinese: «Semplici oppositori politici, hanno strumentalizzato una festa»

La giornata dello Sport e del Fair play di sabato al Teatro Sociale si è trasformata in uno scontro tra il sindaco Alessandro Rapinese e l’associazione Asd Lario Judo che, sul palco, anziché ritirare il riconoscimento previsto ha esposto (con la presidente Laura Di Adamo e l’istruttore Paolo Piacenti) due cartelloni con le scritte “Grazie ma niente premio” e “Vogliamo la palestra”.

Una protesta che era stata pianificata poco dopo che dal Comune era arrivata la richiesta di indicare il nome di atleti under 14 meritevoli. L’associazione, che si allena alla “Corridoni” di via Sinigaglia, scuola che il sindaco ha inserito tra quelle da chiudere dal prossimo anno scolastico, ha indicato quello di un ragazzino che, in realtà non esiste. «Per la prima volta – hanno poi spiegato in una nota - a salire sul palco sarà Filippo Correttore. Non è un ragazzo in carne ed ossa ma uno spirito. Lo spirito dello sport e del fairplay di questo evento. Anziché ritirare il premio, si rende portavoce di un messaggio tanto semplice quanto forte: “Grazie ma niente premio, vorremmo la palestra”».

Il nome di Correttore era stato indicato dall’associazione al Comune che, ignaro, era pronto a premiarlo con gli assessori Alberto Fontana e Chiara Bodero Maccabeo, ma sul palco c’erano anche il sindaco Alessandro Rapinese e il presidente del consiglio Fulvio Anzaldo. Correttore, scrive la scuola di judo, «non esiste fisicamente ma racchiude molte delle qualità dei giovani judoka del sodalizio, dei loro genitori e dei tecnici. Rappresenta la nostra comunità».

Inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Filippo Corridore, ma poi è stato cambiato perché troppo simile al nome della scuola. Da qui il cambio affinché «si corregga la prospettiva che incombe sulla scuola di via Sinigaglia» poiché con il plesso «chiuderebbe l’unica sede allenamenti della Lario scuola di judo. Dopo 20 anni di impegno non ci viene offerta nessuna alternativa».

I due insegnanti, dopo aver mostrato i cartelli ai presenti (sindaco incluso) sono poi tornati in platea. Una provocazione, la loro, che si va ad aggiungere alle lamentele e al ricorso al Tar per la chiusura della scuola che il sindaco vuole trasformare in un autosilo.

Sul palco, di fianco a Rapinese, c’era anche il direttore sportivo del Como 1907 Carlalberto Ludi ad assistere alla protesta. «In Italia – le parole del sindaco -è garantito il diritto di protestare e potevano farlo in cento modi legittimi, ma hanno scelto la modalità più sbagliata per farlo infatti hanno imbrogliato proprio il giorno dedicato al fair play dichiarando il nome di un bambino inesistente all’organizzazione pur di salire sul palco. Data la loro attività, qualora chiudesse quella palestra ne avremo molte da proporre e se vogliono essere spostati domani mattina possiamo procedere».

In conclusione bolla gli sportivi come “oppositori politici” definendoli «normali oppositori politici che hanno strumentalizzato una festa dedicata al fair play ed ai bambini». Alla manifestazione al Sociale non si sono presentati, in contestazione con il Comune, anche la Polisportiva Comense e il Basket Como.

Intanto solidarietà alla Lario Judo dalla Lega. « È ormai sotto gli occhi di tutti il totale distacco dalla realtà del sindaco - dicono la consigliera comunale Elena Negretti e Paolo Muttoni, coordinatore dei Giovani Cumasch - Ancora più grave è l’atteggiamento degli Assessori. Inutili, muti e succubi delle scelte del sindaco. Incapaci perfino di un minimo scatto di dignità per contraddirlo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA