La natalità è ai minimi storici. Ma aumenta la longevità: record lombardo per le donne over 80

Dati Istat Gli under 14 sono la metà di chi ha oltre 65 anni e i nuovi nati sono scesi al di sotto dei quattromila annui. Buone notizie per la longevità, ci sono 188 ultracentenari

La natalità è al minimo storico, mentre l’aspettativa di vita dopo il Covid torna a salire. La popolazione comasca è sempre più anziana, in percentuale i minori di 14 anni sono la metà rispetto agli over 65. Secondo l’Istat a Como e provincia in totale il numero dei residenti nel 2022 ha tenuto, è cresciuto dell’uno per mille, ma solo grazie al saldo migratorio, quei pochi stranieri che ancora vengono qui per mettere radici e fare figli.

La fotografia dell’Istat

L’età media dei comaschi è pari a 46,4 anni, gli ultracentenari sono 188. La speranza di vita è cresciuta del 2,1% rispetto al 2020, il disastroso anno della pandemia e dello 0,3% rispetto al 2021. Gli uomini possono sperare di raggiungere 80,9 anni e le donne 85,8 anni, attestandosi in assoluto tra le più longeve della Lombardia, un anno netto sopra alla media nazionale. La forza delle donne che allargano il distacco rispetto all’aspettativa degli uomini secondo l’Istat è stata spinta dal Covid.

Il gentil sesso sarebbe stato più attento a non lasciarsi andare continuando a fare prevenzione, controlli e visite. Sono in maggior parte gli uomini che, soprattutto nella terza età, hanno ammesso di aver rinunciato negli ultimi due anni alle prestazioni sanitarie. Il picco dei decessi si è registrato durante i mesi più freddi e quelli più caldi.

Il problema sono le nascite, il Comasco rispetto al 2021 ha il saldo peggiore a livello regionale dietro soltanto a Cremona e Varese. Il numero di figli per donna continua a diminuire, è passato da 1,25 nel 2020, a 1,24 nel 2021 a 1,21 l’anno scorso. L’età media con cui si arriva al parto nella nostra provincia è 32,8 anni. Sempre più tardi, per una platea di donne nel periodo fertile che si sta contraendo. Il tasso di natalità è il più basso della Lombardia, al pari comunque di territori come quello lecchese. Dunque il tasso di crescita naturale, tolti i decessi al netto dei migranti in arrivo, perde altri cinque punti.

Se in generale è vero secondo l’istituto nazionale di statistica che gli italiani stanno sparendo, i comaschi non sembrano fare eccezione, anzi. Il fenomeno però sembra acuirsi di più al Centro sud, mentre regioni come la nostra o come il Trentino ancora reggono. «Prosegue, dunque, la tendenza alla diminuzione della popolazione – scrive l’Istat - ma con un’intensità minore rispetto ai due anni di pandemia. Il calo della popolazione è frutto di una dinamica demografica sfavorevole tra decessi e nascite, non compensato dai movimenti migratori con l’estero. Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità».

I neonati

Nel Comasco siamo scesi sotto ai 4mila nuovi nati, siamo a quota 3.800. Risultato: sempre meno neonati e sempre più grandi anziani. Da un punto di vista sanitario questo si traduce in un crescente richiesta di bisogni di cura e assistenza, a livello sociale invece si riduce la domanda nei servizi per la prima infanzia, in prospettiva la fascia lavorativa sta per entrare in sofferenza.

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