Turismo, che tesoro: la tassa di soggiorno
a Como porta quasi 5 milioni

Consiglio Il bilancio presentato dall’assessore Doria. Le critiche delle minoranze: «Opere solo promesse». Il sindaco Rapinese: «Massimo controllo sulla spesa»

Como

Quattro anni di opere e progetti pubblici (realizzati o solo promessi) sono finiti sul piatto della bilancia dell’ultimo consiglio comunale prima di Natale. Lunedì sera in aula consiliare a Palazzo Cernezzi è stato presentato il bilancio preventivo per il 2026 dall’assessore Monica Doria, il quarto predisposto dalla giunta Rapinese.

Turismo in netta crescita

Un quadro, quello tracciato dall’assessore Doria, che a parere delle minoranze però non promette bene. Se Vittorio Nessi per Svolta Civica ci ha visto l’idea di una città «poco attrattiva nei confronti della gioventù» (il consigliere ha parlato della carenza di alloggi a prezzi accessibili per giovani lavoratori, assenza di spazi di co-working, agevolazioni fiscali e politica dei trasporti notturni, oltre a citare la politica di chiusura delle scuole), Stefano Legnani per il Pd invece ha evidenziato come gli investimenti previsti da qui al 2028 (18,8 milioni nel 2026, 12,6 nel 2027 e 10,3 nel 2028) siano «modesti per una città che ha 85mila abitanti». Un dato su tutti, tra quelli elencati dall’assessore Doria, ha poi dato spazio alla discussione: la previsione di un’ulteriore crescita dell’imposta di soggiorno che, stando alle previsioni per il prossimo triennio, dovrebbe portare alle casse di Palazzo Cernezzi 4 milioni e 850mila euro. Ovvero 900mila euro in più di quanto previsto per il 2025, 3,9 milioni, anche se una ricerca del Centro studi Enti Locali su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, di Banca d’Italia e Istat, ha rivelato quest’anno che Como nel 2024 ha incassato 4 milioni e 100mila euro con un incremento dell’88% rispetto all’anno precedente.

«Questa crescita così significativa ci rende felici perché significa che la nostra città piace e attrae persone - ha commentato Legnani - Però ricordo che con un ordine del giorno avevamo chiesto di usare parte dei proventi dell’imposta di soggiorno per pagare la Tar, dato che la legge lo consente, ma così non è stato».

Altre critiche sono state mosse da Nessi al «grande ricorso ai partenerariati» tra pubblico e privato, messi in atto dall’amministrazione e giudicati come un «mettere troppa carne al fuoco». E poi ha aggiunto: «Muggiò, Ticosa e parcheggio multipiano all’ex Stecav, da dichiarazioni del sindaco del giugno 2023, sarebbero dovuti essere conclusi di lì a pochi mesi. Ma l’ipotesi dei progetti per l’ex Stecav è tramontata, per la Ticosa è stata presa la decisione di non occuparsi della bonifica, su Muggiò i costi sono lievitati e c’è un grande ritardo rispetto alle promesse. Sullo stadio Sinigaglia serve dire su quali aspetti si vuole intervenire. Mentre sul tema dei parcheggi, altra promessa di questa amministrazione, oggi c’è totale polemica».

Il sindaco: «Attenti a tutto»

Il sindaco ha risposto a questi attacchi sostenendo che nei quattro anni di governo della sua giunta a Palazzo Cernezzi vige «il massimo controllo, quasi maniacale, del dettaglio: abbiamo contato anche i centesimi spesi». Rapinese ha raccontato delle difficoltà emerse all’inizio del mandato, nel 2022, con la guerra in Ucraina e l’aumento delle bollette: «Abbiamo rischiato di non chiudere il bilancio, lì: per noi è stata una lezione importante». Ha poi rivendicato come la sua giunta si sia occupata «della situazione debitoria cercando di riscuotere il più possibile», con riferimento per esempio alle associazioni sportive a cui la giunta Rapinese ha richiesto di saldare debiti di lunga data.

E poi ancora su quanto fatto dalla sua amministrazione ha citato l’introduzione del servizio di ristorazione esterna per le mense cittadine, l’applicazione AldiLàrio per il monitoraggio dei cimiter e la “riconquista” del Carducci che ora sta passando al Conservatorio. Sui progetti futuri, invece, non si ha detto molto.

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