Fermi candidato alle europee: se eletto, dovrà scegliere tra Parlamento europeo e Regione

Como L’ufficializzazione è arrivata oggi, ma già da settimane se ne parlava: giovedì la presentazione della candidatura di Alessandro Fermi al Pirellone

Alessandro Fermi è il primo politico comasco a ufficializzare la propria candidatura alle elezioni per il Parlamento europeo, che si terranno in Italia l’8 e il 9 giugno. Oggi Fermi è assessore regionale all’Università, pertanto nel caso venisse eletto come parlamentare europeo dovrebbe rinunciare a una delle due cariche.

La notizia era già nell’aria da qualche settimana e oggi, martedì 2 aprile, è arrivata dalla Lega la conferma della candidatura. Il nome di Fermi porta alla luce una strategia politica già nota e comune anche tra gli altri partiti italiani: proporre per le elezioni europee volti che possano intercettare le preferenze dei cittadini per la loro presenza e il loro operato sul territorio. La presentazione ufficiale di Fermi come candidato alle europee sarà giovedì 4 aprile, al Pirellone, dove il politico comasco incontrerà la stampa insieme ad Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, e ad altri esponenti della Lega.

Vicini al territorio

È stato proprio Salvini a volere profili vicini al territorio, volti noti, già rappresentativi delle comunità, per non perdere voti rispetto agli altri partiti alleati. E Fermi per Como è certamente un riferimento, è l’unico politico comasco che siede nella giunta regionale. Tutte le principali categorie del mondo produttivo e lavorativo lariano lo hanno indicato dopo le elezioni regionali come interlocutore politico per Como e il lago. Senza Fermi, in vista di un rimpasto, sarà difficile per Como riuscire a ottenere nella giunta regionale un altro rappresentante dello stesso peso.

È vero che Fermi potrebbe anche, in caso di elezione, non accettare il seggio a Bruxelles, rimanendo quindi al suo posto in Regione. Si tratterebbe però di una scelta che poco si addice al leghista (con un lungo passato in Forza Italia).

Di mezzo comunque c’è la sfida delle europee, sempre complessa, con un collegio molto vasto. La macchina elettorale di Fermi in compenso si è fermata da poco ed è pronta a ripartire. Senza Fermi in Regione entrerebbe definitivamente in consiglio regionale Gigliola Spelzini, leghista della prima ora, esponente del Carroccio sul lago, già eletta nel precedente mandato ed entrata all’ultima tornata proprio in sostituzione di Fermi all’atto della sua nomina ad assessore.

Fratelli d’Italia

Sempre a proposito di elezioni, nel centrodestra non è stata formalizzata in Fratelli d’Italia la candidatura di Anna Dotti, consigliere regionale. Da tempo l’ipotesi è in campo, ma ancora ieri dall’interessata e dai referenti del partito non sono arrivate conferme. «È un’ipotesi – ha commentato lei ieri, raggiunta telefonicamente – ma è prematuro, devo ancora confrontarmi con il mio partito».

Nel centrosinistra invece il Pd comasco nel grande collegio elettorale che travalica i confini lombardi non esprimerà candidati. I democratici nel nostro territorio hanno poche speranze di ottenere tante preferenze. Il partito come strategia preferisce puntare su altri politici, espressione di città e province dove il centrosinistra è più forte. Per esempio Milano, dal capoluogo regionale sono diversi i politici dem che hanno già dato la loro disponibilità.

In Ue con Identità e democrazia

Al Parlamento europeo la Lega fa parte del gruppo Identità e democrazia, che trova nella francese Marine Le Pen il volto di riferimento. Il gruppo è al momento il sesto più grande all’interno del Parlamento, ma secondo uno studio di Ipsos per Euronews (realizzato sulla base di un sondaggio condotto in 18 Paesi dell’Ue e tramite una ricerca negli altri 9) Identità e democrazia potrebbe arrivare a eleggere 81 europarlamentari. Una crescita notevole rispetto agli attuali 59.

Se quanto emerso dai sondaggi di Ipsos dovesse trovare conferma nella realtà, il gruppo europeo, che ospita la Lega e per cui si candida dunque Alessandro Fermi, si troverebbe così, per numero di seggi, sullo stesso piano del terzo gruppo europarlamentare, ovvero Renew Europe (dove sono ospitati i partiti italiani Azione e Italia Viva) che ad oggi ha 102 seggi, ma che secondo le proiezioni potrebbe perderne ben 17.

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