Lavori dopo l’alluvione, il Comune: «Tocca ai privati»

Dopo il maltempo I proprietari delle aree devono intervenire entro 7 giorni. Primo step una relazione tecnica. Ma si rischia in impasse come per Civiglio

Salgono a sei le ordinanze comunali rivolte ai privati proprietari di terreni coinvolti negli smottamenti dell’ondata di maltempo del 22 settembre scorso e, gli ultimi due casi, anche in quella del 10 settembre. Documenti con i quali, come venne fatto per Civiglio (i lavori, che partiranno a breve, li farà il Comune che poi si rivarrà sul proprietario con un contenzioso già annunciato vista l’entità dell’intervento di circa mezzo milione di euro), il Comune scandisce una serie di adempimenti che chi possiede i terreni individuati dovrà mettere in atto con l’obiettivo di arrivare, entro sei mesi, alla totale messa in sicurezza dei luoghi.

Le due ondate

Il primo, firmato dal dirigente Luca Colombo parte dell’intervento d’urgenza del 10 settembre scorso di una squadra di Vigili del fuoco «in via Santa Marta per dissesto idrogeologico; stanti le precarie condizioni di stabilità del versante posto a monte e a valle della strada oltre che all’inidoneità della stessa alla circolazione in sicurezza del traffico veicolare dovuta al suo parziale cedimento in corrispondenza del civico 8c, veniva disposta l’immediata chiusura del tratto di via Santa Marta a tutela della pubblica e privata incolumità». La seconda ondata di maltempo del 22 settembre ha visto altri smottamenti e il personale del settore Ambiente, dopo un sopralluogo, ha individuato il mappale interessato. Nei giorni scorsi, lunedì 13 per la precisione, i Vigili del fuoco sono intervenuti in via Santa Marta «a seguito di un esposto per la verifica di un potenziale pericolo venutosi a creare in conseguenza all’ondata di maltempo del 22 settembre». Il risultato è stata la certificazione delle condizioni di instabilità del versante e l’emanazione dell’ordinanza che impone alla proprietà di provvedere immediatamente ad accertamenti di carattere geologico. Una seconda ordinanza, identica, riguarda un mappale attiguo di un altro proprietario, che dovrà intervenire con le stesse modalità.

Nelle scorse settimane, il 7 ottobre, era stato invece direttamente il sindaco Alessandro Rapinese a firmare altre quattro ordinanze urgenti con le quali intimava ai proprietari di due terreni in via Sant’Eutichio e ancora di uno in via Santa Marta e di un quarto tra via Santa Marta e via Bixio la messa in sicurezza in seguito ai nubifragi del 22 settembre.

Progetti, cantieri, scadenze

Nel testo si faceva riferimento a una serie di controlli effettuati con elicottero e droni per verificare esattamente le aree che hanno contribuito al trasporto di materiali (tronchi, sassi e terra). Ai destinatari dei provvedimenti – e questo vale per tutti e sei i proprietari - viene spiegato che le situazioni non risolte con urgenza, «costituendo pericolo per l’incolumità di persone e cose» potrebbero «sollecitare ulteriori danni». Vengono quindi prescritti i tempi per gli interventi: accertamenti immediati di carattere geologico e geotecnico per «valutare e, conseguentemente, predisporre e attuare, secondo le prescrizioni da questi impartite, gli interventi urgenti di messa in sicurezza, finalizzati a scongiurare ulteriori scoscendimenti di materiale dal versante interessato». Entro sette giorni i proprietari devono trasmettere in Comune una relazione di un tecnico abilitato contenente anche «la rendicontazione delle attività e opere di messa in sicurezza urgente da eseguire». Entro tre mesi andrà inviato il progetto ed entro 180 giorni andranno ultimate le opere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA