Decine di case comunali in via Spartaco sono vuote, quelle abitate invece sono pericolanti

La denuncia Gli alloggi delle case popolari sono sfitti perché non a norma se non addirittura inagibili. Pianerottoli tenuti insieme da piastre di metallo, scale dall’aria malsicura e infissi in pessime condizioni

Il peggiore è il 13 E. Sono tutti al civico 13 i condomini delle case comunali di via Spartaco, ma non è questa l’unica cosa che li accomuna.

Il tratto comune di questi condomini che risalgono agli anni Sessanta - sono una decina, per un totale di circa 90 appartamenti - sono le condizioni a dir poco precarie. La situazione degli appartamenti è diversificata: ce ne sono alcuni, una esigua minoranza per la verità, ristrutturati da poco e in ottime condizioni. Tanti sono decorosi ma scontano l’età e la mancanza di manutenzione. Poi ce ne sono decine vuoti o addirittura murati. In una palazzina dall’aria spettrale quelli vuoti sono dieci su dodici. Quando l’inquilino se ne è andato o è morto non sono stati più affittati perché non a norma se non addirittura inagibili.

L’incendio

L’appartamento in cui nel 2016 perse la vita per un incendio una donna di 75 anni è rimasto come quel giorno: sprangato, sulla porta gli avvisi “pericolo crollo”. E vale la pena di ricordare che sono quasi 400 le persone in attesa di una casa comunale o Aler.

Il 13 E, dunque. I pianerottoli sono letteralmente tenuti insieme da traversine di metallo imbullonate al pavimento. «Le hanno montate qualche settimana fa, prima si vedeva sotto», racconta una signora. E in alcuni punti il distacco si vede ancora. Il vano scale è scrostato, gli infissi in più punti staccati vistosamente dal muro: «D’inverno entra un gran freddo, sistemarli vorrebbe dire anche risparmiare sul riscaldamento». Non una questione da poco, per gente che guadagna 300 euro di pensione e paga spese di condominio da 1500 euro l’anno per riscaldamento, acqua e luce delle scale.

Sempre nel 13 E la scala non ha un aspetto rassicurante, ma soprattutto fa un rumore sinistro: «Il dodicesimo gradino scendendo», avvisa un’altra inquilina, e in effetti lì il suono cambia.

E poi cavi volanti, buchi lasciati dagli operai intervenuti a installare i citofoni dopo due anni che gli inquilini li chiedevano. «Qui abitano tanti anziani e tanti malati - racconta un uomo - e non c’è l’ascensore: senza citofoni era davvero un disastro, la gente doveva buttare le chiavi dalla finestra».

Le case di via Spartaco - con quelle di via San Bernardino da Siena, via Fabio Filzi, di via Turati e via Polano - fanno parte del primo lotto di 297 alloggi che Aler ha preso in gestione dal Comune, entro un anno il passaggio riguarderà tutti i 777 appartamenti gestiti dal Comune, 221 dei quali sono attualmente sfitti. Le aspettative dei residenti sono alte, ma prudenti: «Qui la manutenzione non è mai stata fatta, e invece avrebbe permesso di arginare il degrado e mantenere abitabili tante case».

La manutenzione

La manutenzione serve anche all’esterno, dove svettano alberi alti decine di metri: «Mai nessuno li ha potati - raccontano - Ora sono malati, portano un sacco di insetti. Quando c’è stato l’ultimo nubifragio sono venuti giù un sacco di rami, anche molto grossi».

Solo di recente è stato risolto il caso di un appartamento sfitto e chiuso, ma la cui finestra è rimasta aperta per mesi: era diventato il rifugio di una colonia di piccioni che, da lì, infestava il quartiere. Qualche giorno fa sono entrati a chiudere la finestra, e in un nido c’erano due pulcini appena nati. Li ha adottati la vicina, che li sta svezzando. Loro, almeno, una casa l’hanno trovata.

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