Niente strutture per turisti low-cost: «Settore da riscoprire e valorizzare»

Non solo hotel Chiuso l’unico campeggio, poche le piazzole per i camper ma l’ostello riaprirà. Leoni: «C’è richiesta di soluzioni meno tradizionali» - Slow lake: «Ospiti non sempre poco abbienti»

Il campeggio di Lazzago, per problemi gravi e annosi, ha ormai chiuso i battenti. E Como si ritrova senza un campeggio. Anche i tanti camper in arrivo dal nord Europa non hanno nel capoluogo aree attrezzate e stalli per la sosta, se non pochi a Tavernola e all’Ippocastano. Se è vero che il nostro lago è una meta più vocata al turismo d’alto bordo, lo spazio per i viaggiatori giovani o con il portafoglio più leggero sembrano sempre più risicati. Anche se un aiuto in questo senso dovrebbe arrivare dall’ostello di Villa Olmo, ormai pronto - dopo anni di attesa - a una riapertura che dovrebbe aspettare solo la ripresa della stagione turistica.

Segmento importante

«Stiamo parlando di un segmento comunque importante che va curato – dice Luca Leoni, il presidente degli albergatori comaschi – anche sul lago campeggi e aree sono sempre pieni. I giovani, le nuove famiglie, come molti turisti europei, chiedono soluzioni diverse e meno tradizionali. E’ una necessità che si sta affermando ovunque. Gli ostelli e i campeggi non sono realtà vetuste, oggi sono diventati luoghi innovativi e sostenibili».

Per chi non vuole scegliere un hotel stellato ci sono tante sistemazioni nelle case vacanza in centro. «Infatti quel target finisce per usare quasi solo Airbnb, ma gli alloggi in centro costano comunque tantissimo – commenta Francesca Taiana per l’Ostello Bello, che sul lungolago si rivolge proprio al segmento di mercato più giovane – la nostra struttura funziona, ma la domanda è altissima e quella fascia di turismo non trova una adeguata risposta. Siamo tornati ad essere una destinazione per benestanti, visto il generale aumento dei prezzi». Il target giovanile resta ai margini. «Non bisogna però pensare che chi sceglie di muoversi in camper o nei campeggi abbia uno scarso potere economico – dice Davide Bareggia per la società Slow Lake che offre diversi servizi ed esperienze per cittadini e turisti – si tratta solo di una scelta. Chi partecipa alle gite e vuole fare trekking può anche essere parecchio benestante, i nordeuropei hanno retribuzioni molto superiori alle nostre».

Il turismo d’elite è sempre stato il riferimento per il settore dell’accoglienza del lago di Como almeno fino al secolo scorso. Poi le cose sono molto cambiate e di recente il nostro territorio è diventato una destinazione tra le più gettonate. Con un turismo di massa che sta cambiando anche molti aspetti della città.

Imprenditori interessati

«È vero però che in città tra campeggi e ostelli per giovani e turisti alternativi c’è poco – spiega Simone Majeli, titolare di Rent All Como, agenzia che gestisce una sessantina di proprietà – una struttura come quella comunale di Villa Olmo merita un rapido rilancio, la domanda sicuramente non mancherebbe. Anche sul lago, che pure è più attrezzato, ci sono imprenditori interessati ad aprire dei “glemping”, una via di mezzo tra un campeggio e un resort per esperienze diverse rispetto al normale albergo».

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