
Cronaca / Como città
Lunedì 22 Settembre 2025
«Non rispetta norme igienico-sanitarie». Ma a Don Giusto nessuna contestazione
La polemica Il sindaco aveva accusato la parrocchia di Rebbio di condizioni di pulizia precarie. Nella convenzione il Comune si era riservato la facoltà di ispezioni, mai un appunto formale
Como
Condizioni igienico sanitarie fuori norma alla parrocchia di Rebbio? Il sindaco Alessandro Rapinese punta il dito, ma dal Comune non è mai arrivata alcuna contestazione formale. Né altri enti hanno avviato procedure contro don Giusto.
Clima teso
Si chiude una settimana di polemiche roventi tra il primo cittadino e il parroco di Rebbio, con l’intervento del vescovo Oscar Cantoni in difesa di quest’ultimo. Com’è noto venerdì, a Etv, Rapinese - che pochi giorni prima aveva detto che «a Rebbio non vedono l’ora che a don Giusto trovino un’altra destinazione», provocando la reazione del vescovo che ha dichiarato di vedere «in don Giusto il messaggio di Gesù» - è tornato a puntare il dito contro Rebbio. Due le affermazioni. La prima: in quella parrocchia «non c’è il rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza», per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti. La seconda: «Io, sicuramente, dal parroco di Rebbio non ho bisogno niente. Non un» minore straniero non accompagnato «è passato da lì perché non ne ha i requisiti».
Entrambe le affermazioni, in realtà, si scontrano con la prova dei fatti. La seconda - come documentato sul quotidiano in edicola ieri e sul sito laprovinciadicomo.it - in realtà si scontra con i documenti ufficiali che dimostrano come tra luglio 2022 (quando già Rapinese era sindaco) e marzo 2024 (quando è terminato l’affidamento di minori stranieri a Rebbio Solidale Odv) siano stati accolti da don Giusto Della Valle su richiesta del Comune centinaia di giovanissimi.
Scarsa igiene? Nessun elemento
Ma, forse, è la prima affermazione ad aver ferito in modo particolare il parroco e i suoi volontari. In un pomeriggio assolato e tranquillo, il parroco di Rebbio siede sulla sedia all’esterno della casa parrocchiale a parlare con alcuni volontari. Altri sono impegnati a pulire la sala dell’oratorio o a raccogliere rifiuti all’esterno della chiesa di San Martino.
«Non capisco su quali elementi si possa dire che non abbiamo rispettato le norme igienico e sanitarie» commenta, con il solito tono pacato che tradisce però una punta di amarezza.
Stando ai documenti ufficiali che si sono scambiati il Comune e Rebbio Solidale Odv, non vi è una sola contestazione di irregolarità. Eppure nell’accordo di partenariato siglato nel maggio 2023 e concluso al 31 dicembre dello stesso anno, l’amministrazione Rapinese aveva, correttamente, fatto aggiungere nelle clausole che «si riserva di effettuare controlli/sopralluoghi in loco per la verifica delle attività». Non solo, ma nello stesso documento si prevede la possibilità «di risolvere anticipatamente l’accordo in caso di inattività (...) ovvero di gravi inadempienze o violazione degli obblighi». E le verifiche sono non solo facoltà ma un obbligo per l’ente pubblico, tant’è vero - per fare un paragone - che la Prefettura di recente ha effettuato un sopralluogo nel centro di prima accoglienza della Croce Rossa di Lipomo contestando formalmente problemi dal punto di vista igienico (sfociati addirittura con il commissariamento del Comitato Cri).
Questo, nei rapporti tra Comune e Rebbio, non è mai avvenuto. E ciononostante il sindaco accusa: «Se dai una mano a chi ha bisogno, vedi di esserne capace. Se no non farlo». All’ombra del campanile di San Martino don Giusto e i suoi volontari son sempre al lavoro.
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