«Paratie, è stata dura. I parapetti? Il modello arriva a Como a metà maggio»

L’intervista Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti locali, ha seguito il cantiere di Como per le opere antiesondazione dal 2018

Como

Ci voleva un valtellinese per risolvere un problema che a Como si è trascinato per tantissimi anni come quello delle paratie? «Diciamo che i valtellinesi sono noti per essere caparbi - risponde l’assessore regionale Massimo Sertori - Quando l’ho preso in mano sapevo che si trattava di un cantiere non semplice, era una sfida visti i precedenti, la popolazione arrabbiata, delusa e guardinga. Non era certamente una cosa di cui occuparsi se si voleva visibilità positiva. Ma era giusto portarlo avanti».

Le difficoltà non sono state poche.

Fin dall’inizio ero cosciente delle difficoltà per la collocazione, i trascorsi e perché ci siamo dati due regole: consentire sempre la viabilità alle auto e ai pedoni di percorrere il tracciato in sicurezza. Queste due cose hanno inciso molto, i materiali infatti sono arrivati dal lago. È stato un cantiere sfidante, ma la scommessa è vinta. Sa una cosa?

Dica.

In alcune occasioni in cui ero sul lungolago e non c’era la stampa, qualche comasco mi ha detto proprio quello che ha detto lei, che ci è voluto un valtellinese... Altri che un cantiere di 17 anni era inaccettabile, ma io spiegavo sempre cosa stesse facendo la Regione e le persone capiscono. Diversi cittadini a Como mi associano alle paratie, non come un divo del rock, ovvio, ma succede. Insomma noi valtellinesi vi mandiamo l’acqua e adesso abbiamo anche concorso a risolvere il problema relativo all’acqua. Credo in ogni caso che con la passeggiata fruibile e funzionante la gente non si ricorda più dei trascorsi.

La Regione era subentrata dopo l’impasse in cui era finito il Comune...

Sì, la Regione ha avocato a sé il cantiere nell’ottobre 2016 a seguito di una situazione che ha ritenuto non più sostenibile e della sollevazione popolare. Ha quindi tolto l’opera al Comune e se l’è presa in carico. Il primo intervento fu quello di togliere il materiale depositato, soprattutto verso Sant’Agostino, per rendere la passeggiata parzialmente fruibile. Poi ha affidato ad Aria, la nostra società controllata, il rifacimento e la revisione del progetto per completare il cantiere. Arriviamo quindi al 2018 con la presentazione pubblica e qui sono entrato in scena io. Ricordo quando lo spiegammo pubblicamente, ma per arrivare a quel punto ci sono state urlate e problemi. Nel 2019 è stata fatta la Conferenza dei servizi e il progetto è stato validato e confermato nel giugno dello stesso anno e, un mese più tardi, il via alla gara. Poi è esploso il Covid e l’aggiudicazione è andata a maggio 2020 con inizio lavori il primo luglio 2021, terminati il 31 dicembre 2024 al netto di alcuni piccoli interventi ultimati nei giorni scorsi.

Qual è stato il momento più duro?

L’ultimazione del progetto che non andava bene ed è stato rifatto. Mi ero arrabbiamo molto perché non mi ero limitato a farmelo dare, ma avevo fatto anche dei sopralluoghi non ufficiali, ero sceso nelle vasche. Altra situazione critica quando non si riuscivano a infiggere le palancole (verso piazza Cavour, ndr), cosa che mi ha molto preoccupato. Sono imprevisti non calcolabili e la soluzione non era semplicissima, ma siamo andati avanti con determinazione.

Tra i cantieri e i lavori che ha seguito quello di Como che posto occupa per difficoltà?

Uno dei primi, nonostante sia stato relativamente piccolo in termini economici. Ma per come era stato lasciato, per i vincoli importanti, per il luogo e il livello di imprevisti, è stato oggettivamente uno dei più complicati.

Gli ultimi operai se ne sono andati nei giorni scorsi. Possiamo dire che i lavori sono finiti, dopo 17 anni?

Sì, direi proprio di sì. I lavoratori mi hanno anche invitato a pranzo, ma purtroppo non posso esserci e questo mi spiace molto. Le maestranze hanno sposato il progetto e la sua importanza, abbiamo avuto un’impresa seria così come la direzione lavori e il Rup. All’inizio avevamo discusso molto, con sfuriate incredibili, ma poi c’è stata grande collaborazione. Devo dire che anche il rapporto con le amministrazioni comunali di Como, sia con Mario Landriscina che con Rapinese, è stato sempre molto franco e questo credo abbia aiutato parecchio. L’obiettivo era portare a compimento il progetto e, per questo, è stato fondamentale remare dalla stessa parte.

Apriamo il capitolo dei collaudi e manutenzioni future...

Mercoledì abbiamo fatto un incontro con il Comune e i tecnici per la parte formale sulla presa in carico della gestione delle vasche e delle paratie. È stato molto schietto. La prima cosa è quella dell’intestazione dell’utenza elettrica, che passa al Comune con una fase di collaborazione e accompagnamento di Regione. L’ho detto in Comune e lo ribadisco: le paratie una volta all’anno, magari organizzando una giornata con la Protezione civile, andranno alzate per un controllo e un’esercitazione in modo da eseguire la manutenzione ordinaria. Secondo me una giornata dedicata alla Protezione civile per quest’opera, tribolata ma che ha portato a una passeggiata oggettivamente più bella di prima e alla messa in sicurezza della città, può essere motivo di orgoglio.

La città così è davvero sicura?

Le paratie non servono solo in situazioni straordinarie quando il lago tende ad esondare, ma sappiamo che quando il livello del lago si alza c’è il problema del rigurgito dell’acqua e questo, dopo il collaudo, non accadrà più. L’acqua andrà nelle vasche in grado di contenere 10mila mc di acqua e di ributtarla nel lago. Queste sono dinamiche decisamente più frequenti rispetto all’esondazione. Ora non solo la passeggiata è più bella e fruibile, ma questo problema idraulico è risolto definitivamente.

I costi per le manutenzioni saranno a carico del Comune?

Adesso formalizzeremo il passaggio del contatore, poi abbiamo dato disponibilità a fare la formazione per gli addetti. Per quanto riguarda i costi, in caso di eventi straordinari per qualche anno ci saremo noi, la manutenzione ordinaria è invece del Comune.

Si dice che con le paratie il lago sarà tenuto più alto. Vero o leggenda?

La regolamentazione ha un minimo e un massimo definiti e autorizzati, da meno 40 a massimo 120 centimetri rispetto allo zero. Le quote quelle sono e quelle rimangono, il resto sono solo leggende. Con le ondate di maltempo l’acqua può essere talmente alta che di fatto non si regola più e in quel caso, con l’esondazione in piazza Cavour, si attivano se necessario le paratie e si salvaguarda la città dall’acqua che arriva dal lago. Le vasche, invece, risolvono il problema dell’acqua che proviene dalla città, che non scarica e torna indietro.

Parapetti. Ci vorrà più tempo per il prototipo, ma come saranno?

Mi hanno spiegato che servono tre verniciature diverse e posso dire che tra il 12 e il 16 maggio verranno portati a Como per farli vedere sul posto a Soprintendenza, Comune, cittadini e a noi.

Sono stati segnalati problemi per i disabili e le barriere architettoniche...

Il progetto è stato approvato e realizzato nel rispetto della norma vigente.

C’è chi contesta biglietteria e sala d’attesa dal punto di vista estetico.

Il progetto è stato concordato e validato con la Soprintendenza. Per alcuni sono belle, per altri no. È molto soggettivo.

Senta ma i bagni proprio non si potevano ricavare?

Ne abbiamo già parlato. Noi li avevamo inseriti...

Come spiega una vicenda che si chiude dopo 17 anni e con 14 di ritardo in una regione come la Lombardia?

Un progetto quando nasce storto è difficile da raddrizzare. Non è il primo caso e non sarà l’ultimo, ma io preferisco guardare il bicchiere mezzo pieno. È stata una salita molto dura, siamo arrivati in cima e abbiamo davanti un bel panorama. Godiamocelo.

Ma tutto questo quanto è costato?

Io posso dire quanto ha speso Regione. Per i lavori realizzati il costo totale è di 15 milioni più Iva; 18,4 milioni più Iva con le progettazioni e tutte le voci. Non ho io i dati su quanto è stato speso prima e sugli arredi.

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