Persone e ascolto sono parole chiave per la vicesindaco: «Priorità ai più deboli»

I nuovi assessori/2 Intervista a Nicoletta Roperto, vicesindaco e deleghe a Politiche sociali ed educative, Volontariato e Politiche abitative.

Trent’anni, nata a Ponte Chiasso, insegnante e con esperienze di volontariato tra i giovani, Nicoletta Roperto entra per la prima volta in Comune come vicesindaco con deleghe delicate legate al mondo del sociale.

L’intervista a Nicoletta Roperto, insieme a quella a Michele Cappelletti, fa parte di una serie di interviste realizzate da La Provincia con i nuovi assessori della giunta Rapinese: per leggerle integralmente è necessario essere registrati. Lo si può fare velocemente e in modo gratuito cliccando qui.

Come ha conosciuto Rapinese?

Davanti a un caffé al Luisita, più di cinque anni fa.

Subito vicesindaco. Se lo aspettava?

Assolutamente no, anzi, è stata una gradita sorpresa. Non nascondo di aver avuto una certa titubanza quando il sindaco mi ha detto che avrebbe voluto nominarmi sua vice.

Quindi era lei che gli aveva risposto “No, è troppo per me”.

Sì, per la mia giovane età e per la poca esperienza pensavo che ci potessero essere altre persone. Alessandro però ha avuto fiducia in me e mi ha dato questo incarico. Ora sta a me.

Dimostrare di esserne all’altezza?

Certo, sta a me onorare l’incarico al 100%, come tutte le deleghe che mi ha affidato e che sono più inclini a quello che ho svolto finora e alla mia personalità.

Il sindaco dice spesso che lei, arrivando da Ponte Chiasso, ha degli “anticorpi” in più per occuparsi della città. È così?

Credo che l’essere nata e cresciuta in un quartiere di periferia, con tanti problemi, mi possa portare ad avere maggiore determinazione nel risolverli. A Ponte Chiasso, per troppo tempo abbiamo vissuto come una comunità dimenticata e con tanto degrado. Per noi ora tutti i quartieri fanno parte del Comune di Como e lavoreremo affinché non ci siano differenze di trattamento e servizi. Su Ponte Chiasso, però, a breve interverremo con un piano ad hoc.

Ha deleghe molto delicate che riguardano le persone. Come pensa di muoversi?

Prima di tutto con l’ascolto delle tante realtà che operano nella città di Como e ho già iniziato a farlo anche nelle scorse settimane. Per me l’aspetto più importante è l’ascolto delle esigenze e delle istanze di ciascuno per poi intervenire concretamente e collegialmente come giunta. Per farlo bisogna però aver mappato i reali bisogni.

Qual è la sua priorità?

Aiutare i più deboli.

C’è qualcosa di concreto che pensa di poter fare subito?

Come diceva lei prima, i miei assessorati riguardano principalmente le persone e c’è quindi bisogno di tempo e progettualità prima di definire azioni concrete. Dove è già possibile, però, stiamo dando risposte.

Faccia un esempio....

Cito Sociolario, realtà che abbiamo incontrato e ci ha chiesto di poter ampliare i suoi spazi, cosa che aspettava da molto tempo. Su questo, con l’assessore al Patrimonio, che poi è il sindaco, stiamo lavorando per chiudere la pratica.

Per la prima volta è stata assegnata la delega al Volontariato. Le associazioni chiedono ascolto e spazi.

Per me in questo momento la cosa principale, a cui tengo molto e spenderò il mio tempo, è l’ascolto di tutte le realtà. Per quanto riguarda gli spazi centrale sarà mappare il patrimonio comunale e poi la volontà è quella di concederli.

Caso Colisseum , il più spinoso di cui si deve occupare e il 31 luglio è vicino. A che punto siamo?

Ci saranno comunicazioni nei prossimi giorni. È una vicenda molto delicata ed è il primo dossier sulle nostre scrivanie da subito perché i disabili sono la nostra priorità. La pratica comprende l’analisi della struttura, gli effetti legali conseguenti ed un servizio per i disabili che non può essere interrotto. Ma, ripeto, se ne parlerà a breve.

Dormitorio, tema dibattuto da anni in città. Qual è la sua linea?

Prima analizziamo il bacino d’utenza e le esigenze e poi andremo a risolvere la situazione. Abbiamo già avuto incontri con Caritas e con i responsabili del dormitorio.

Sarà solo per i regolari?

Il dormitorio accetta già solo persone regolari.

E se dovesse tornare la situazione che c’era fino a pochi anni fa a San Francesco?

La valuteremo.

Asili nido. Al secondo punto del vostro programma si dice “non importa che il gatto sia bianco o nero: importa che prenda il topo”. Cosa significa? Esternalizzerete i servizi?

La giunta Lucini chiuse Camerlata, noi non vogliamo andare avanti su quella linea. Per noi gli asili vanno aperti, non chiusi. Quindi non è importante la formula di gestione , ma garantire un buon servizio, altrimenti si va avanti come è stato fatto in precedenza.

In campagna elettorale, delle richieste che le hanno fatto i cittadini, ce n’è una che si è più presa a cuore?

Per le mie deleghe, proprio perché hanno un impatto con le persone, tutte le istanze sono importanti. E tutte vengono e verranno vagliate.

Crede che la sua esperienza di volontariato le possa essere utile in questa nuova sfida?

Sicuramente la mia esperienza nel volontariato mi ha permesso di capire quanto sia importante ascoltare le persone e le loro esigenze. E questo lo farò anche in Comune.

Niente di calato dall’alto, quindi?

Nel limite del possibile cercheremo di condividere le nostre decisioni.

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