Prima settimana in aula
Già tre classi in quarantena
e due ritornano in dad

Ancora disagi con il Green pass, La denuncia di una docente: «Costretta a fare il tampone pur con due dosi di vaccino»

Sono passati solo quattro giorni di scuola e già vengono messe in quarantena le prime classi. In totale, in provincia, sono tre: una al nido, una alle medie e una alle superiori. Per le sezioni delle secondarie, torna quindi la didattica a distanza.

Nuove modalità

Le modalità delle quarantene sono diverse rispetto allo scorso anno. Se un docente o uno studente scopre d’essere positivo, gli altri ragazzi saranno in isolamento per periodi diversi. Se l’insegnante o il ragazzo non sono vaccinati, la durata è di 10 giorni. Allo scadere, entro 96 ore bisogna eseguire il tampone.

In caso di vaccino, la quarantena durerà solo sette giorni e, al termine, sarà necessario fare un tampone. Dopo 14 giorni, si potrà rientrare in aula senza tampone, a patto di non avere alcun sintomo. Inoltre, l’episodio non dev’essere collegato in nessun modo alla variante Beta: in quel caso, il tampone è obbligatorio, anche per il tracciamento.

Comunque la classe andrà in didattica a distanza, compreso l’insegnante a contatto con il positivo. Con qualche problema per le altre classi assegnate al docente, ma presenti a scuola.

Intanto, continuano le difficoltà per chi, pur avendo il vaccino, ha problemi col funzionamento del Green pass. Di solito, la questione riguarda chi è vaccinato con Astrazeneca e poi con Pfizer. L’applicazione, probabilmente, ha registrato per errore entrambe come prime dosi. Un problema per i diretti interessati, accettati a scuola provvisoriamente con la certificazione cartacea oppure costretti al tampone, nonostante siano perfettamente “coperti”.

Una docente delle superiori, Maria Anna Accardi, è stata vaccinata con due dosi di Astrazeneca, ma pure per lei non sono mancati i problemi. Ieri mattina, dopo un calvario burocratico durato una decina di giorni, è riuscita a risolvere la questione. «Ho sostenuto un tampone a mie spese per iniziare le lezioni – racconta – c’è stato un errore tecnico, non mio, che ovviamente può capitare ma che poteva essere risolto in pochissimo tempo». La docente ha scritto alla Regione, al Provveditorato, al ministero dell’Istruzione e al commissario per l’emergenza Figliuolo: «A quest’ultimo ho inviato una mail usando l’indirizzo indicato sul sito del governo – aggiunge – Mi hanno telefonato dicendo che avrei dovuto rivolgermi al centro vaccinale». Per cominciare la scuola, l’insegnante si è sottoposta al tampone. «Nell’approccio, sono stata “pacifista” al massimo – continua Accardi – però purtroppo, essere ragionevoli non basta. Oltre alla difficoltà di trovare un interlocutore immediato, il problema poteva essere superato subito da chi ne aveva responsabilità».

I numeri

La prof sottolinea come, una volta provata la doppia vaccinazione, si poteva anche adottare buon senso e, nel rispetto delle norme, essere un po’ flessibili.

Intanto sono 29 i nuovi positivi a Como. Con un tasso di positività che si mantiene basso in tutta la Lombardia, i numeri più significativi sono a Milano (+175), Monza (+67) e Varese (+60). Dei nove decessi comunicati nessuno colpisce la nostra provincia.A. Qua.

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