Rifiuti illeciti nei campi del Como. «Ben 360 camion di ghiaia illegale»

Nuovi retroscena dell’inchiesta che coinvolge - come possibile parte lesa - il Como 1907

«Mi serve molta sabbia e molta ghiaia per dei grossi lavori per il campo sportivo del Como». Siamo all’aprile 2022 e Giuseppe Ghezzi, legale responsabile della Floricoltura Ghezzi di Rovellasca e amministratore della Ghema srl, viene intercettato dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano, impegnati in una vasta indagine che ha portato alla luce un presunto e ingentissimo traffico di rifiuti speciali non pericolosi, conferiti presso una quantità di discariche senza alcuna autorizzazione oppure rivenduti come “aggregati riciclati end of waste” senza averli sottoposti alla procedura prevista.

Dagli atti dell’indagine, chiusa recentemente dal pubblico ministero Francesco De Tommasi, della Direzione distrettuale antimafia di Milano, il quale ha appena inviato una settantina di informazioni di garanzia ad altrettanti indagati, emergono i retroscena che coinvolge - come possibile parte lesa - il Como 1907.

Dalle carte dell’attività svolta dai Carabinieri, viene a galla l’entità del presunto giro di rifiuti illeciti usati - tra l’altro - come sottofondo del campo di allenamento di Mozzate degli azzurri. Complessivamente gli investigatori hanno monitorato qualcosa come 360 viaggi di altrettanti camion carichi di ghiaia e sabbia illegale.

Tutto parte da La Nuova Terra srl (società con sede anche a Bregnano e a Vertemate con Minoprio) dove la Ghema srl avrebbe preso il materiale che serviva come sottofondo del campo d’allenamento del Como ma anche per la realizzazione di un parcheggio, in una zona - peraltro - soggetta a vincolo idrogeologico per la presenza di un posso di acqua potabile.

I Carabinieri, che due anni fa hanno acquisito presso lo stesso Como tutta la documentazione intercorsa con le aziende che si sono occupate dei lavori, contestano il fatto che la Ghema ha utilizzato materiale prodotto dal recupero di rifiuti senza però aver mai fornito documentazione comprovante la conformità del materiale utilizzato.

Formalmente, si legge negli atti dell’indagine, «il materiale utilizzato per la stratificazione e per gli altri lavori eseguiti presso il cantiere di Mozzate è “materiale riciclato di pezzatura idonea” prodotto dal recupero di rifiuti inerti effettuato presso» un impianto di Misinto. «La Floricoltura Ghezzi lo ha poi ceduto a titolo gratuito alla Ghema srl che lo ha venduto al Como 1907» per i lavori presso il proprio centro sportivo.

Altro materiale arriva invece da La Nuova Terra srl. I rapporti di prova per sancire la compatibilità della sabbia e della ghiaia usati a Mozzate secondo gli inquirenti non riguardavano il materiale usato nel campo di allenamento dei lariani.

I rifiuti illeciti in questione sono considerati “rifiuti speciali non pericolosi” classificati come minerali, rocce, sabbia e materiali misti. Rifiuti che al Como sarebbero stati venduti però come “aggregati riciclati end of waste”, ovvero materiali provenienti sì da rifiuti da costruzione e demolizione ma che, a seguito di un processo di recupero, diventano prodotti utilizzabili e vendibili. Tra i processi previsti per renderli utilizzabili, anche quelli che portano a limitare la presenza di potenziali sostanze nocive.

Quindi un problema non soltanto economico - perché ovviamente il costo del materiale cambia se viene o non viene lavorato - ma anche ambientale.

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