Rsa, appello dei parenti al prefetto
«Vaccini fatti, ora riaprite le porte»

Como: in prefettura una delegazione dell’associazione per i diritti degli ospiti La referente comasca: «Senza gli affetti i nostri cari rischiano di morire prima del tempo»

I familiari degli anziani ospiti nelle case di riposo della provincia, bussano alla porta del prefetto di Como per chiedere un aiuto sulla riapertura delle visite nelle Rsa.

L’incontro

Il prefetto, Andrea Polichetti, martedì mattina ha incontrato una delegazione dell’associazione Felicita, una rete nata in Lombardia per i diritti degli ospiti delle residenze per anziani. «La richiesta è riaprire le porte delle Rsa, che sono chiuse da marzo dello scorso anno – spiega Marilina Parravicini, referente comasca di Felicita – Ora che non solo gli anziani delle case di riposo sono vaccinati, ma anche noi cittadini, non c’è motivo per non tornare ad incontrarci. Con tutte le cautele del caso, mascherina, tampone o meglio certificato vaccinale. Pretendiamo però un contatto con i nostri anziani genitori. Altrimenti moriranno prima del tempo. E mia madre ha novant’anni, ha superato il Covid alle Giuseppine e non ha più molto tempo a disposizione. La prudenza è necessaria, ma dopo la seconda dose è nostro diritto entrare».

I familiari delle Rsa chiedono un parziale ritorno alla normalità. «Oggi siamo ancora costretti a salutare i nostri cari attraverso una porta a vetro – racconta ancora Parravicini – mia madre non lo capisce, glielo leggo negli occhi. Non si capacita del perché io non apra quella maledetta porta, perché non corra ad abbracciarla. Assicuro: ogni volta è uno strazio. Non ce l’ho con le Giuseppine, anzi sono un’ottima Rsa, io le aiutavo come volontaria e mi chiedo come facciano senza di noi ora che non si può più entrare. Adesso però sono convinta che le vaccinazioni servano a restituirci umanità e dignità».

L’associazione Felicita sta chiedendo incontri con tutte le prefetture al fine di fare pressione sul governo. Ed in effetti l’esecutivo insieme alle Regioni sta stilando delle nuove linee guida per aprire le porte già dalla prossima settimana.

Il green pass

L’ordinanza, chiesta a gran voce dai familiari, prevede un prudente ritorno alle visite in presenza presentando il “green pass”, il famoso patentino rilasciato dopo la copertura vaccinale. O, visto che di questo patentino ancora non c’è l’ombra, il certificato della seconda dose, valido anche l’esito negativo di un tampone nelle 48 ore precedenti.

Non potranno entrare più di due persone, niente accesso a bambini e nipoti non compresi nella campagna vaccinale. Le residenze dovranno «valutare le condizioni di salute degli ospiti e le mutabili condizioni epidemiologiche sempre in base alle scelte delle singole direzioni sanitarie». Insomma restano le giuste cautele, le mascherine e uno o meglio due metri di distanza.

«Rimane necessario massimo rigore nell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, nel garantire il distanziamento sociale ed evitare qualsiasi forma di assembramento all’interno delle strutture». Improbabili le eventuali uscite degli ospiti. Difficilmente i parenti potranno salire nei reparti e salutare nelle stanze i nonni e le nonne, bisognerà capire come fare con gli allettati. Infine in vista dell’arrivo della bella stagione «vanno sempre privilegiati gli incontri in spazi aperti e allo scopo dedicati». O comunque gli incontri vanno organizzati in spazi ampi, aperti, arieggiati.
S.Bac.

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