Altro che tumori e attacchi di cuore: il vero pericolo è l’antibiotico resistenza

Salute Si allunga l’elenco degli agenti patogeni che hanno “imparato” a resistere alle cura - Il tema al centro di un convegno: «Tra il 30 e il 40% dei medicinali prescritto in modo errato»

L’antibiotico resistenza è la prossima emergenza sanitaria.

Così si infetta un paziente su dieci negli ospedali lombardi, tra il 30% e il 40% degli antibiotici durante l’ultima campagna influenzale è stato prescritto in maniera errata.

Ieri l’Ordine dei medici di Como, insieme ai colleghi infermieri, farmacisti e veterinari, ha organizzato allo Sheraton un convegno sull’utilizzo degli antibiotici. Dei farmaci preziosi a cui però, soprattutto per colpa nostra, una vasta classe di batteri sta imparando a resistere. Questi agenti patogeni che hanno imparato a sopravvivere ai nostri antibiotici stanno per diventare la prima causa di morte nel nostro territorio. Più dei tumori, più delle malattie cardiocircolatorie. Senza fare allarmismi così ha spiegato Mario Melazzini, il direttore generale al Welfare lombardo.

«È una vera e propria emergenza – ha detto Melazzini – umana e ambientale. I dati sono drammatici e inequivocabili. La silenziosa diffusione di microrganismi multi resistenti compromette l’efficacia degli antibiotici, eludendo le nostre opzioni terapeutiche. In Italia il tasso di mortalità è già tra i più alti dei Paesi Ocse. Si stimano 18,1 decessi ogni 100mila abitanti per anno. In Lombardia uno studio condotto su 28 ospedali e 12mila pazienti ha rilevato una media pari al 10% di infezioni da batteri resistenti correlate all’assistenza sanitaria, è escluso ovviamente il Covid».

Con troppa facilità i medici prescrivono gli antibiotici, spesso su pressione degli assistiti. E con troppa leggerezza i pazienti assumono in maniera sbagliata questi farmaci, ne prendono meno del dovuto, smettono prima del tempo. E’ così che i batteri imparano a resistere, rendendo in questo modo inutili i medicinali.

«Entro il 2050 questo sarà il primo pericolo – ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco, – e in Italia siamo messi male. L’uso massivo degli antibiotici è confermato da anni sul territorio. Durante l’ultima stagione influenzale tra il 30% e il 40% delle prescrizioni degli antibiotici non sono state corrette. Molti pazienti smettono di prendere questi medicinali non appena iniziano a fare effetto, inficiando il loro futuro funzionamento. La ricerca si è orientata verso altri campi, anche per ragioni economiche, sull’oncologia, sulla cardiologia, non sono stati prodotti nuovi antibiotici, una classe di medicinali non infinita». L’eccessiva prescrizione, il cattivo uso da parte dei cittadini. L’assistenza sanitaria ospedaliera, il ricorso troppo frequente ai cateteri. Ma le ragioni da cui nasce l’antibiotico resistenza si trovano anche negli allevamenti intensivi, ecco perché ieri in platea erano presenti anche i veterinari. E poi occorre pensare anche ai viaggi, agli scambi in un mondo sempre più internazionale, i batteri si sono espansi ed evoluti. Non sono batteri nuovi, sono i soliti di sempre, solo per colpa nostra hanno imparato a resistere alle medicine.

A fare gli onori di casa ieri c’era Gianluigi Spata, presidente dei medici comaschi. Poi si sono susseguiti per mezza giornata tanti interventi di esperti e tavole rotonde per far dialogare specialisti e medici. Nella speranza di porre un freno a questa nuova silenziosa pandemia che appare però difficilmente arginabile.

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