La proposta di alzare fino a 12 euro la tassa di soggiorno durante le Olimpiadi: «Una follia per gli hotel comaschi»

Turismo in città La proposta per la legge di Bilancio: nel 2026 si potrà alzare la soglia massima dell’imposta. Contrari gli albergatori. Guerra (Anci): «Sarebbe utile»

Como

Nella bozza del decreto Economia, collegato alla legge di bilancio 2025, è comparsa una voce che fa riferimento alla possibilità per i Comuni in qualche modo interessati dalle Olimpiadi invernali nel 2026 potranno aumentare da 5 a 12 euro a notte l’importo massimo della tassa di soggiorno. La modifica, qualora venisse confermata nella legge di bilancio, avrebbe effetto anche nel Comasco, territorio di raccordo tra Milano e la provincia di Sondrio, dove si svolgeranno alcune delle gare olimpiche. Ma questa idea non piace affatto agli operatori del settore, mentre l’Anci la accoglie con più ottimismo, criticandone però un aspetto, ovvero la possibilità che il 30% dei ricavi venga devoluto allo Stato.

«Non attendiamo grandi flussi»

«Quello che si sta facendo, quello a cui si potrebbe arrivare, ma non ci sono ancora determinazioni, è una parte di quella tassa di soggiorno, rispetto alle risorse che si stanno mettendo sul territorio per le Olimpiadi, il 30%, potrebbe tornare allo Stato», ha detto infatti la ministra del Turismo Daniela Santanchè a margine dell’evento Apreski Milano mountain show a Rho Fiera, Milano, rispondendo a una domanda sulle tasse di soggiorno.

La proposta è inaccettabile secondo gli albergatori comaschi che sostengono finirebbe con l’incentivare solo un turismo d’élite, senza che ne derivino miglioramenti dei servizi locali, oppure che diminuirebbe la capacità degli alberghi di attrarre clienti. «Siamo assolutamente contrari - spiega infatti Luca Leoni, presidente di Federalberghi Como - Le Olimpiadi non possono diventare un’occasione per sfruttare le persone. Personalmente, quando è stata introdotta, ero d’accordo con la tassa di soggiorno e con alcuni Comuni comaschi abbiamo lavorato molto bene anche per investirne il ricavato al meglio... ma si parlava di uno o due euro, portarla addirittura a 12 significa uscire dal seminato».

Il tema del modo in cui il ricavato della tassa di soggiorno - che è un’imposta di scopo, ovvero una tassa introdotta per finanziare specifici interventi pubblici, in questo caso inizialmente pensata per promuovere il settore turistico - è molto sentito anche da Paola Gonella, presidente del comparto extra-alberghiero in Confcommercio Como. «Treni e bus? In ritardo o mai sufficienti. La Tari? Aumentata. I battelli? Ore di code per prenderle e d’estate sotto il sole. Non si offrono ai turisti servizi o eventi che giustifichino questa tassa» dice Gonella, secondo cui, invece, se ci fosse un ritorno concreto verrebbe ben accetta. Anche perché, sia secondo Gonella che secondo Leoni, le Olimpiadi non offriranno al territorio comasco un aumento di turismo così significativo. Molte strutture tra l’altro saranno chiuse tra gennaio e marzo, sia per effettuare interventi di manutenzione ordinaria, sia per garantire le ferie al personale.

I vantaggi di un aumento

Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina e presidente di Anci (associazione nazionale dei Comuni italiani) Lombardia, prende per buono il senso generale della proposta, anche se la preferirebbe di natura più strutturale. «Mi riservo di leggere la bozza del decreto - precisa - Ma credo ci sia la necessità di prevedere un aumento del range possibile di applicazione della tassa anche se non andrebbe applicato di volta in volta in base ai grandi eventi, prima il Giubileo e ora le Olimpiadi».

La tassa, secondo Guerra, dovrebbe sempre più essere destinata a «rendere sostenibile i flussi turistici sui territori», anche tramite confronti con le categorie del settore dell’accoglienza (come previsto dalla legge che regola l’imposta). Più critico invece sulla possibilità che una parte del ricavato finisca allo Stato: «Questo mi lascia perplesso... Non credo possa funzionare».

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