
(Foto di archivio)
Grandi opere Da quarant’anni una spina nel fianco. Acinque ha un piano, ma dopo 20 mesi nulla si è mosso
La maledizione dell’amianto e della bonifica non ancora conclusa dopo 18 anni sull’area Ticosa, in cerca di un futuro da oltre quarant’anni, è l’ostacolo principale (al momento irrisolto) che sta tenendo fermo, da oltre un anno e mezzo, l’ultimo progetto di riqualificazione. È firmato dalla società Acinque e venne depositato, dopo 14 mesi di lavoro, il 26 gennaio 2024 e presentato pubblicamente dai vertici della società (che vede tra gli azionisti anche il Comune di Como) e dal sindaco Alessandro Rapinese sotto forma di proposta di partenariato pubblico-privato.
Alcuni mesi più tardi gli uffici di Palazzo Cernezzi chiesero una revisione del piano finanziario in conseguenza dell’aumento delle tariffe della sosta nella zona deliberate dalla giunta che, ovviamente, avrebbero inciso in modo sostanziale sull’equilibrio economico del piano. Ad incidere però in modo ben più consistente sono i costi di bonifica del materiale contenente amianto ritrovato nel sottosuolo, nella cosiddetta “cella 3” (una sorta di grande quadrato a ridosso dell’edificio “Santarella”, la ex centrale termica della fabbrica). Un rebus ancora senza risposta e dal costo in continua crescita che, secondo le ultime stime, sfiorerebbe i 10 milioni di euro. Non un dettaglio se si pensa che il valore complessivo dell’intero progetto (che comprende nuova viabilità, 950 parcheggi con copertura a pannelli solari, spazi commerciali e un hub turistico) è pari a circa 27 milioni. Le due gare indette dall’amministrazione guidata da Mario Landriscina per portare via tutto il materiale rimasto erano finite nel nulla: problemi procedurali per la prima e nessun partecipante per la seconda. La bonifica è quindi ancora il nodo centrale e, per ora, irrisolto. Le bocche sono cucite e nessuno si sbilancia, ma al momento la certezza è che l’unico piano di bonifica approvato da tutti gli enti competenti (quindi oltre al Comune Arpa, Ats e Provincia) è quello del 2019, lo stesso che era stato messo a gara (poi naufragata). Altro punto fermo è che Palazzo Cernezzi, ormai da tempo sta cercando di valutare tutte le possibili soluzioni alternative (rivolgendosi anche a Regione e Ministero) con l’obiettivo di contenere i costi e la principale resta quella del “capping”, in pratica una messa in sicurezza sul posto del materiale che non verrebbe rimosso ma “bloccato” nel sottosuolo senza possibilità di dispersione o di contaminazioni.
Questa strada porterebbe, in ogni caso, alla necessità di un nuovo piano di bonifica che dovrebbe essere approvato dagli Enti interessati passando da una Conferenza dei servizi.
C’è infine una ulteriore certezza ed è quella sui tempi che si stanno, ovviamente, allungando in modo significativo. Secondo le ipotesi iniziali del gennaio 2024, infatti, per l’inizio del 2025 era stata stimata l’aggiudicazione della gara con un avvio dei lavori alla fine dello stesso anno e la conclusione in dodici mesi, quindi, nei primi mesi del 2027. Al momento l’iter è ancora alle fasi iniziali e, se anche si dovesse recuperare qualcosa, ci sono tempi e passaggi fondamentali scanditi dalle norme: dichiarazione di pubblica utilità, nomina del soggetto promotore con discussione e approvazione in consiglio comunale. E ancora validazione da parte del responsabile unico del procedimento e via libera della giunta. Poi la gara sul progetto presentato che potrà vedere modifiche migliorative da altri partecipanti sia tecniche che economiche, ma su cui il proponente avrà in ogni caso il diritto di prelazione potendo pareggiare l’offerta migliore, anche se di altro operatore. A quel punto aggiudicazione, firma del contratto e avvio dei lavori. In più occasioni il sindaco è intervenuto dicendo che ogni giorno vengono fatti piccoli passi, ma che la pratica è complessa e aveva anche detto a più riprese: «Non voglio essere veloce e poi trovarmi con un pugno di mosche in mano, ma concreto, prendere il giusto tempo e, come per tutto il resto, arrivare alla soluzione». Le ultime dichiarazioni sul nodo Ticosa fissano sul calendario la fine dell’anno per avere una svolta: «Ci sono stati sviluppi sulla Ticosa – ha detto lo scorso 12 settembre su Etv - e spero entro la fine dell’anno in un passo avanti importante». E sulla bonifica: «È certamente l’aspetto più impattante in termini di costi e di conseguenza per l’intero progetto. Sono coinvolti numerosi enti, in particolare Ats e Arpa e la questione è molto complessa. Ma stiamo lavorando e mi aspetto che entro la fine dell’anno qualcosa di estremamente concreto accada. Gli aspetti che stanno andando avanti nel frattempo sono legati alla procedura e non posso divulgarli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA