Tigli in Theoria all’asta: la casa dello “stellato” è stata valutata 3,2 milioni

Il fallimento La vendita è stata fissata per il 1 marzo. L’incanto riguarda pure il ristorante, costo 575mila euro. Chi compra avrà l’obbligo di assumere tutti i dipendenti

È stata fissata per il prossimo 1 marzo la vendita all’asta del ristorante Tigli in Theoria e del prestigioso immobile di via Bianchi Giovini, che un tempo ospitava gli uffici in centro della società dei telefoni (prima Sip e poi Telecom) e oggi è la casa del locale stellato comasco.

Il Tribunale fallimentare ha fissato la vendita dell’intero compendio e dell’attività commerciale, in seguito al dissesto che ha travolto la galassia societaria dell’imprenditore Giovanni Maspero.

Due lotti in vendita

Sono due i lotti che saranno messi all’incanto: il primo riguarda il marchio Tigli in Theoria e il ristorante, il secondo il compendio immobiliare.

Per quanto riguarda il primo lotto la base d’asta è fissata in 575mila euro e riguarda l’avviamento, i marchi i loghi e i domini del ristorante che da anni ha ottenuto la prestigiosa stella Michelin, confermata anche quest’anno nonostante le difficoltà sul fronte societario a causa dei guai giudiziari di Maspero.

Chi si aggiudicherà il proprietà del ristorante, dovrà anche impegnarsi all’assunzione diretta dei lavoratori dipendenti del locale e garantire, di conseguenza, la prosecuzione dell’attività. In buona sostanza l’idea è consentire ai Tigli in Theoria di tenere aperto senza alcuna ripercussione sulla clientela, a dispetto della vendita del ramo d’azienda.

Il secondo lotto, come detto, è quello immobiliare. Qui la base d’asta è di 3,2 milioni per una superficie superiore dai cinquecento metri quadrati distribuiti su tre piani ed un piano ammezzato.

Se la base d’asta è di 575mila e di 3,2 milioni di euro, l’offerta minima è più bassa. Questo in quanto sono pervenute due proposte di acquisto irrevocabili da altrettante società che si sono impegnate a comprare il ristorante per 431mila euro e l’immobile per 2 milioni e 440mila euro.

La sentenza

L’asta del prossimo primo marzo è legata alla sentenza di fallimento della “Giovanni Maspero & C.”, società che aveva incorporato le varie realtà riconducibili all’imprenditore comasco: Prima Comunicazione srl, Prima Ricerca & Sviluppo srl e (appunto) Theoria srl. Quest’ultima è fallita lo scorso agosto. Aggravando ulteriormente la posizione di Maspero, arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta per la maxi evasione contestata dalla Procura.

Per 11 volte Maspero era finito sotto accusa per aver evaso le tasse o per non aver pagato i contributi ai propri dipendenti. E per 11 volte si era sbarazzato della fastidiosa contestazione della Procura patteggiando la pena o pagando il decreto penale di condanna. In oltre 25 anni, sarebbe così riuscito a dilazionare ogni volta i propri debiti con l’erario fino a raggiungere una somma record, sfociata ora nell’accusa di bancarotta per distrazione, falso in bilancio, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’udienza preliminare a carico dell’imprenditore è stata fissata per metà marzo. Ma prima di allora si attende la vendita all’asta dell’immobile e del ristorante Tigli in Theoria. Appuntamento nell’ufficio del giudice delegato al fallimento, Marco Mancini, la mattina dell’1 marzo.

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