«Centro lago invivibile: turisti, andate più su»: lo consiglia l’analisi di Times e Telegraph dedicata al Lario

Il dibattito I due giornali inglesi sponsorizzano i paesi da Dongo a Domaso e fino a Gravedona. Rasella e Leoni: «Strategia precisa per delocalizzare»

Dal “Times” al “Telegraph” - di fatto un pezzo di storia dell’informazione d’Oltremanica - è arrivata l’ode all’Alto lago, che va perimetrata non solo dentro l’overtourism con cui il triangolo d’oro dell’ospitalità lariana - Tremezzina, Bellagio e Menaggio - sta facendo i conti dalla Pasqua dello scorso anno in poi, ma anche con una campagna mirata della Camera di Commercio che ha portato a promuovere nelle sedi Enit (l’Agenzia nazionale del Turismo) sparse per il mondo la parte più a nord del territorio, sotto forma di “Lago di Como da scoprire”.

Gli articoli britannici

Il tutto con una sottolineatura di fondo, cioè che «da Plinio il Giovane a George e Amal Clooney il lago di Como attira da 2000 anni i visitatori con i suoi paesaggi, l’architettura e il clima». Ora però di mezzo - al netto di spunti di cronaca come i 2 euro per il toast tagliato a metà a Gera Lario - c’è l’overtourism che ha obbligato Villa del Balbianello, bene Fai più visitato d’Italia, ad introdurre il numero chiuso, particolare questo rilevato dal “Times”. Overtourism che vede Bellagio alle prese con «un’esuberanza turistica», con «tentativi della gente del posto di far rispettare il decoro, come il cartello “assolutamente vietato ballare”, posto vicino ai giardini botanici di Villa Melzi».

Le opinioni comasche

Dunque ora anche da uno dei mercati storici per il nostro lago si guarda anche a nord da Gravedona a Dongo («dove si possono ancora vedere i fori dei proiettili della fucilazione dei gerarchi»), da Domaso a Santa Maria Rezzonico. «C’è una strategia ben precisa a monte - rivela Giuseppe Rasella, componente della giunta camerale con delega al Turismo -. A marzo abbiamo proposto alle sedi Enit un opuscolo dal titolo “Lago di Como da scoprire”. Ora raccogliamo i frutti di questa promozione. È motivo d’orgoglio che il “Times”, ma anche il “Telegraph” attraverso i loro portali abbiano accesso i riflettori sull’Alto lago, nell’ottica di quella delocalizzazione dei flussi turistici che Camera di Commercio e Associazione Albergatori hanno posto quale obiettivo per far fronte all’overtourism, che ha portato al contingentamento degli ingressi a Villa del Balbianello, per restare alla stretta attualità. È un primo passo, cui ora bisogna dare continuità promuovendo altre zone del territorio, dalle Valli al Porlezzese».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Associazione Albergatori di Confcommercio, Luca Leoni, che nell’occasione rilancia un suo fermo convincimento ovvero che tutto il lago merita di essere promosso, «ma la Navigazione non può chiamarsi fuori da queste dinamiche. Serve un servizio al passo coi tempi e con le esigenze di un territorio che, come dimostra quanto riportato dal “Times”, può essere visitato anche oltre le destinazioni più note ed affermate, che vivono l’ennesima stagione “grandi numeri”. È motivo d’orgoglio questo spot per l’Alto lago, confidando che anche la Val d’Intelvi, che ha visto un aumento importante delle presenze o il Ceresio trovino analogo spazio in futuro. Per quanto concerne i Comuni rivieraschi occorre che con un sistema di navette via lago tutto il territorio venga interconnesso in tempi celeri».

Due parole chiave

Destagionalizzazione e delocalizzazione della proposta turistica hanno rappresentato due degli obiettivi che si è posto Giuliano Francesco Galli, area manager Fai Lombardia Prealpina. «Per noi delocalizzazione significa convogliare una parte dei visitatori verso Villa Fogazzaro Roi a Oria Valsolda, sul Ceresio - le sue parole -. La delegazione Fai di Como, nel contempo, ha rapporti stretti anche con l’Alto lago. Quanto all’overtourism a Villa del Balbianello, il prossimo anno riporteremo nel canale dell’isola la “Velarca”, ampliando così le nostre proposte sul territorio».

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