Turisti, a Como c’è il boom anche a novembre: mai visti così numerosi in questo periodo dell’anno

Addio bassa stagione Il processo di destagionalizzazione è sempre più una realtà nel capoluogo e sul lago. Leoni: «Ristrutturo per lavorare anche in inverno» - Rasella: «Ville aperte più a lungo» - Raschillà: «Servono eventi»

Archiviate definitivamente le giornate estive e di inizio autunno e in attesa della stagione natalizia, Como e il suo lago continuano ad attrarre turisti anche in un mese, novembre, che tradizionalmente rappresenta il vero punto morto nell’anno.

Battelli pieni

Il turismo lariano lavora a una destagionalizzazione - con l’obiettivo di mantenere alte le presenze anche fuori dai periodi più attrattivi per il lago - e quest’anno si iniziano davvero a vederne i frutti. Se i dati sulle presenze - ed è una vecchia polemica - arriveranno chissà quando, le testimonianze degli operatori e i battelli ancora discretamente carichi confermano che sì, i turisti scelgono Como e il suo lago anche nei periodi che un tempo corrispondevano a una generale serrata.

Lo certifica, a li vello nazionale, anche l’Osservatorio turistico di Federalberghi, che a ottobre ha registrato un aumento del 6,3% dei pernottamenti rispetto allo stesso mese del 2019 (+9,9% per i turisti stranieri e -0,02% per quelli italiani). Si stima che in quel periodo le presenze totali siano state 28,9 milioni, di cui quasi 19 milioni relative a turisti stranieri. Anche da noi la presenza degli stranieri continua a essere prevalente anche fuori stagione, mentre nei weekend risale il numero degli italiani.

«Sì certo, i turisti sono sempre più presenti anche nella bassa stagione, anche se il fenomeno è lontano dall’essere del tutto realizzato - dice Luca Leoni, albergatore bellagino e presidente di Federalberghi - Io, a malincuore, ho appena chiuso una delle due strutture, l’Hotel Du Lac, proprio per ristrutturarlo in vista di un sempre maggiore utilizzo nella stagione invernale. Serramenti e spazi interni, per esempio il ristorante, devono essere adeguati per poter offrire comfort e atmosfera anche quando fa freddo e le giornate sono più corte, quando cioè i clienti rientrano prima e hanno voglia di farsi coccolare. Allungare la stagione sull’inverno richiede un importante investimento anche dal punto di vista economico».

Conferma la tendenza del turismo comasco a spalmarsi su più mesi anche Giuseppe Rasella, membro della giunta per il turismo della Camera di commercio. «Purtroppo i dati a noi arrivano sempre quando è troppo tardi, ma la percezione è che ci siamo in giro ancora parecchi turisti - dice - È certamente un buon segnale, anche se ancora ce ne vuole prima che questa tendenza si realizzi pienamente. Il territorio deve essere pronto nel suo complesso a raccogliere la sfida, che non riguarda solo le strutture alberghiere ma anche le ville e le attrazioni, della città ma non solo».

Investire sui servizi

E serve un investimento sul tema dei servizi al turista, che in inverno sono diversi: «Le strutture ricettive devono essere pronte a fornire, per esempio, servizi di wellness. Ci sono più fattori in campo, ma la direzione è quella giusta: ormai possiamo dire che settembre è ancora alta stagione, ottobre ha ottimi riscontri e tutto sommato a novembre c’è un buon movimento. Non illudiamoci però che basti quello che stiamo facendo, serve uno sforzo in più».

Per esempio, secondo la guida turistica Anna Raschillà, bisogna puntare di più sugli eventi: «È vero che ci sono ancora parecchi turisti, i battelli sono già tornati all’orario invernale ma oggi (ieri, ndr) sono ancora pieni, soprattutto quelli che navigano nel primo bacino. Ma ci vorrebbe qualche evento in più. La Città dei Balocchi per esempio ha sempre attirato moltissima gente, e in genere anche le mostre funzionano bene. Purtroppo Como in questo periodo ha poche strutture espositive, penso per esempio a Villa Olmo occupata dal cantiere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA