Un altro cedimento. La “Ca’ merlata” sta cadendo a pezzi

La denuncia Crolli nella corte accanto a San Carpoforo mentre la proprietà (l’ospedale) manda avvisi di sfratto. E nessuno sembra preoccuparsi della messa in sicurezza

Un altro crollo all’antica corte della Ca’ Merlata. A lato della prima chiesa di Como, la basilica di San Carpoforo, in cima a via Teresa Rimoldi, uno dei cortili storici della città vive purtroppo un grave stato di degrado.

Il lato a sinistra verso il monte della corte, oltre il portone, è crollato nei giorni scorsi e tutta l’area è stata transennata. Sono stati collocati cartelli e reti per avvisare del pericolo. L’accesso è consentito ai soli residenti. Questo passaggio del cortile alle spalle della basilica era stato edificato tra il Settecento e l’Ottocento, ma come noto il complesso di San Carpoforo affonda le sue radici nel quarto secolo dopo Cristo.

La situazione di degrado

I pochi abitanti oggi rimasti nell’antica corte sono tutti ex dipendenti del Sant’Anna. Questo edificio infatti è un lascito di Teresa Rimoldi, donato ai comaschi insieme ai terreni utili alla costruzione del vecchio ospedale di via Napoleona. La proprietà dunque è in capo all’Asst Lariana.

Anche il lato a destra del cortile è crollato ormai parecchi mesi fa ed è stato chiuso e puntellato. Stessa sorte per la parte adiacente alla basilica. Resistono i numeri civici verso la strada, alcuni residenti a loro spese hanno sistemato l’interno delle abitazioni, aspettando invano riqualificazioni alle mura esterne. Opere del resto ormai ingenti e difficili da immaginare, anno dopo anno la situazione peggiora. I residenti però sono stati interessati da un avviso di sfratto, fatto recapitare dall’ex azienda ospedaliera, a cui però intendono resistere perché a loro dire Teresa Rimoldi nel lascito del secolo scorso guardava ai lavoratori e ai sanitari dell’ospedale.

Comunque, ogni volta che gli inquilini passano a miglior vita, fanno le valigie oppure ancora si verificano dei danni importanti gli appartamenti rimangono vuoti. Con il passare del tempo la corte si è spopolata, l’uso dei locali ha lasciato spazio sulle pareti a grosse crepe. Nel 2007 l’allora direttore del Sant’Anna, Roberto Antinozzi, aveva avviato il procedimento di cessione della parte di edificio storico a monte della parrocchia di Camerlata, proprietaria della basilica dove peraltro oggi sono in corso dei restauri alla torre campanaria. Quella vendita però dopo più di quindici anni è rimasta lettera morta.

La replica di Asst Lariana

Negli ultimi anni si aggiunga che l’Asst Lariana non ha possibilità di alienare da sola i suoi beni. Deve infatti attendere che la Regione Lombardia costruisca un nuovo soggetto, una scatola che si occupi specificatamente delle cessioni del patrimonio immobiliare. Un progetto però fermo da anni. E nel frattempo i merli della corte che dà il nome al quartiere di Camerlata rischiano di crollare.

Questa è la formale risposta che l’Asst Lariana fornisce sul caso: «Per la valorizzazione del patrimonio disponibile del sistema sanitario lombardo e poter così indirizzare le risorse agli interventi strutturali e tecnologici a favore degli ospedali, Regione ha previsto l’individuazione di un soggetto e di una procedura che svolga tale attività e Asst Lariana si è adeguata a tale indicazione. Per quanto riguarda la proprietà in via San Carpoforo è stato, nel frattempo, dato un incarico per avviare le procedure di sfratto».

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