Una comasca guida il Pd alla Camera: Braga eletta per acclamazione. «Il congresso è finito, ora è il tempo di lavorare uniti»

Politica La deputata, esperta di Ambiente, indicata da Elly Schlein per il ruolo di capogruppo. Eletta per la prima volta nel 2008, è stata responsabile delle iniziative politiche della segretaria. Le sue sfide? «Lavoro, giustizia ambientale e sociale, lotta alle disuguaglianze, fisco e assetti istituzionali»

È stata eletta oggi per acclamazione come nuovo nuovo capogruppo del Partito Democratico alla Camera. Si tratta di Chiara Braga, storicamente vicino a Dario Franceschini e una delle persone di primissimo piano nella campagna elettorale delle primarie in casa dem a fianco della neosegretaria Elly Schlein.

«Il clima della discussione mi carica di responsabilità, ma anche di fiducia per questo nuovo ruolo» ha detto Chiara Braga, parlando con i giornalisti a Montecitorio. «C’è bisogno di cura per costruire questa nuova fase, valorizzando le tante qualità che ci sono in questo gruppo e mettendole al servizio del partito e del Paese». Per quel che riguarda l’ufficio di presidenza del gruppo «credo che sarà un lavoro da costruire nei prossimi giorni - ha detto - L’obiettivo è riprendere questo lavoro di opposizione e costruzione dell’alternativa in Parlamento e nel Paese».

Il discorso a Roma

Ha ringraziato tutti, Chiara Braga, a partire dai presenti e da Debora Serrachiani, precedente capogruppo, e soprattutto ha ringraziato la nuova segretaria, Elly Schlein: «Grazie ad Elly, per la sua fiducia». Ma il pensiero è andato anche al Pd e ai tanti elettori ed elettrici che nel partito ancora ripongono le proprie speranze. L’intervento di Braga nell’assemblea dei deputati subito dopo la sua elezionne ha preso il via così, per poi passare a dare voce alle idee e ai progetti per il futuro: «La bella e franca discussione che abbiamo fatto ieri ci ha aiutato a mettere a fuoco le tante sfide che abbiamo davanti: Lavoro, giustizia ambientale e sociale, lotta alle disuguaglianze, fisco e assetti istituzionali. E per me è stata la conferma di quello che siamo: una realtà collettiva, fatta del valore di singole donne e uomini della qualità dei singoli. Della capacità di metterle a valore di un progetto comune c’è assoluta necessità in questo momento», ha aggiunto.

«Molti di voi hanno alle spalle esperienze diverse di Governo del paese, di Regioni e Comuni, nelle quali la cifra era la possibilità di influire direttamente con la propria azione sulla direzione del Paese. Vorrei davvero che ciascuno di noi sentisse fino in fondo il valore del nostro impegno e del nostro lavoro. Mi è capitato di rifletterci in questi giorni in cui le parole di un manager di un azienda pubblica nominato dal Governo Meloni hanno cercato, inutilmente, di offendere la memoria di Giacomo Matteotti. Giacomo Matteotti fu assassinato dal fascismo negli anni più bui della nostra nazione perché si opponeva alla brutalità del regime e della violenza fascista con la forza delle sue idee, certo, ma anche con la qualità del suo operato parlamentare qui in questo palazzo. Un lavoro puntiglioso, preciso, coraggioso», ha proseguito.

«Anche nei momenti più faticosi e complessi vorrei che non dimenticassimo mai quell’esempio e quello che ci consegna. Il congresso è finito: ora abbiamo una nuova leadership e una nuova forza, ora è il tempo di lavorare uniti. Abbiamo una linea politica chiara e riconoscibile che è quella che ci viene dal Congresso e che come gruppo, nel pieno rispetto della nostra autonomia, dobbiamo sapere interpretare. Siamo la prima forza d’opposizione, la seconda forza politica nel paese, dobbiamo ricordarci che noi dobbiamo sentire sempre su di noi lo sguardo di chi ogni giorno nel paese subisce ingiustizie e diseguaglianze, di chi riesce e può combatterle, e di chi costruisce un futuro per sé e per i propri figli».

«Vorrei che tutti avessimo sempre bene in mente questo, nel nostro lavoro e nel confronto tra di noi, che vi chiedo sia sempre sincero, franco e anche duro quando serve. Il Parlamento e il lavoro nel Gruppo delle Deputate e dei Deputati PD per me è stata una grande palestra in questi anni. L’esperienza che ho maturato qui (e che non considero un limite o un difetto, questo vale per me e per molti e molte di voi) mi ha permesso di imparare molto. Ma non abbastanza, anzi. Ho ancora tanto da imparare, io per prima, insieme a tutti voi. Dobbiamo costruire le risposte alle domande che nascono fuori di qui. Facciamolo insieme convinti, determinati e uniti», ha concluso.

Giovane ma di esperienza

Braga, che compirà 44 anni il prossimo settembre, è stata eletta per la prima volta alla Camera nel 2008 e, da allora, riconfermata a ogni consultazione politica. Con la segreteria di Matteo Renzi, nel 2013, era stata indicata per occuparsi di Ambiente, tema in cui si è sempre più specializzata. Riconfermata da Renzi nella seconda segreteria è poi stata nuovamente scelta nel 2019 dal segretario Nicola Zingaretti per occuparsi di Agenda 2030 e Sostenibilità. Enrico Letta, che nel 2021 ha preso in mano le redini dei dem, l’ha incaricata, sempre all’interno della segreteria nazionale del partito, di Transizione ecologica, Sostenibilità e Infrastrutture.

E arriviamo a Elly Schlein. La deputata comasca si è schierata con la ex vicepresidente dell’Emilia Romagana, eletta in Parlamento per la prima volta nell’autunno scorso, diventando nel corso della campagna per le primarie (nella quale Schlein era data da quasi tutti i commentatori come la sfavorita e perdente rispetto a Stefano Bonaccini) la responsabile delle sue iniziative politiche. Proprio l’ambiente e la sostenibilità sono stati tra i temi chiave (insieme al lavoro) per Schlein.

Dopo la vittoria contro tutti i pronostici di Schlein (tra l’altro legata al Lario, essendo nata a Lugano e con la mamma per tanti anni docente universitaria all’Insubria) era apparso chiaro fin da subito che Braga avrebbe potuto ambire a un ruolo «di primo piano» nel nuovo assetto del Partito democratico. Molti davano per scontata una sua riconferma in segreteria, ma il passo in avanti è rappresentato dalla volontà della nuova guida dei Dem di portarla a guidare il gruppo parlamentare del Pd a Montecitorio.

E Boccia al Senato

E sul nome di Braga per la Camera e dell’ex ministro Francesco Boccia al Senato Schlein ha tirato dritto, nonostante più di un malumore tra i bonacciniani. Schlein ha però chiarito a più riprese che l’accordo con Bonaccini sulla sua elezione a presidente del partito prevedeva che i capigruppo sarebbero stati scelti proprio dalla segretaria.

Ad ogni modo il gruppo dei deputati dem si riunirà nella giornata di oggi per l’elezione del capogruppo che, come detto salvo ribaltoni, dovrebbe essere proprio Braga. Almeno nella storia politica recente non si ricordano comaschi in un identico ruolo. Il Lario, mai come in questa legislatura, sta esprimendo a Roma personalità in posizioni di rilievo: dal ministro Alessandra Locatelli (delega alle Disabilità) ai due sottosegretari Alessio Butti (alla presidenza del Consiglio) e Nicola Molteni Nicola Molteni (all’Interno).

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