Vaccini, possono partire le adesioni
Ma medici e farmacie ancora non lo sanno

La Regione anticipa la campagna al 18 febbraio - Da lunedì si può segnalare la propria disponibilità - «Però a noi operatori non hanno dato indicazioni»

Como

Vaccini Covid per i 49mila over 80 comaschi, da lunedì aperte le adesioni e da giovedì prossimo al via le prime somministrazioni. Ma restano tanti gli interrogativi.

Con un comunicato la Regione, a nome del presidente Attilio Fontana e dell’assessore al Welfare Letizia Moratti, spiega che «a partire da lunedì 15 febbraio i cittadini over 80 potranno comunicare al proprio medico o in farmacia la volontà ad essere vaccinati.

Sarà sufficiente avere con sé la tessera sanitaria, e fornire un numero di cellulare o telefono fisso. In alternativa, sarà possibile manifestare la propria adesione attraverso la piattaforma online dedicata alla campagna vaccinazionicovid.servizirl.it anche attraverso il supporto di un familiare. In seguito all’adesione il cittadino riceverà, telefonicamente o tramite sms, l’appuntamento per la somministrazione». Sabato dalle 13 sarà attivato per maggiori informazioni il numero verde 800.894.545, l’invito è a consultare la pagina dedicata www.vaccinazionicovid.regione.lombardia.it. A ieri i siti indicati non erano ancora in funzione.

Fontana e Moratti sottolineano l’importante sforzo per la più grande campagna vaccinale. Si parte con «un sistema di raccolta delle adesioni che consentirà di gestire al meglio la pianificazione degli appuntamenti e la programmazione delle dosi».

Questo è l’annuncio, ma al momento mancano le direttive a medici e farmacie. «Non abbiamo ancora ricevuto istruzioni» dice la dottoressa comasca Raffaella Petruni. «Niente, e i pazienti sono nel caos» ribadisce il collega Daniele Luraschi.

«Ogni giorno riceviamo decine e decine di telefonate» spiega il medico cittadino Marco Fini. «Aspettiamo indicazioni» conferma il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Como Giuseppe De Filippis.

Non è ancora chiaro dove verranno somministrati i vaccini. Un punto fermo sembrano essere gli ospedali, i presidi della rete pubblica lariana, ma anche gli accreditati ai quali, per esempio al Valduce, è stato chiesto il numero dei vaccinatori a disposizione. «L’uso di AstraZeneca sotto ai 55 anni ci ha spiazzato – ha spiegato alla commissione regionale ieri mattina il direttore generale al Welfare Marco Trivelli – per la conservazione a basse temperature Pfizer non è impiegabile negli studi dei medici che pure hanno dato la loro disponibilità in maniera massiccia. Sono in corso incontri con ordini e sindacati per trovare una convergenza per vaccinare in sicurezza. L’orientamento è dare modo ai medici di accedere negli spazi delle Asst. Le ridotte forniture di Moderna serviranno invece per raggiungere gli anziani allettati a domicilio. Gli over 80 dovranno essere coperti tra la fine di marzo e i primi di aprile».

Nel frattempo da ieri a Como è partita la fase uno bis che dovrà concludersi entro i primi di marzo. Coinvolge circa 5mila tra i sanitari libero professionisti e le comunità per i soggetti fragili.

Sono già stati convocati al Sant’Anna molti dentisti e farmacisti, compreso il personale amministrativo a contatto con i pazienti. Quanto alle comunità protette l’Ats Insubria ha per esempio chiesto al centro diurno di via Del Dos l’elenco delle persone da vaccinare nei prossimi giorni, 60 in tutto.

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