A spasso tra il Lario e i laghi briantei con il libro di Tajana

Dopo il successo di “Passeggiate comasche”, dal 18 aprile al 3 giugno in abbinamento al nostro giornale il secondo volume dedicato ai borghi del territorio. Guarda qui la video intervista con l’autore

Dal 18 aprile al 3 giugno trovate in edicola con “La Provincia” - a € 8,30 più il costo del giornale - il libro “Passeggiate comasche 2” (pagine 120) di Clemente Tajana, edito da New Press. Vi proponiamo l’introduzione del curatore, Pietro Berra, responsabile de “L’Ordine” e della collana Passeggiate Creative in cui è inserito il volume.

A spasso tra il Lario e i laghi briantei con il libro di Tajana: intervista all’autore. Video di Toppi Martina

Un manuale per cittadini appassionati, turisti lenti, donne e uomini che non si accontentano delle superficie dei luoghi e dei monumenti, ma si chiedono cosa c’è dietro. Categorie dello spirito che forse non rappresentano (ancora) la maggioranza, ma per fortuna sono in aumento, altrimenti non si spiegherebbe il successo di “Passeggiate comasche”, il volume di Clemente Tajana pubblicato in precedenza nell’ambito della collana “Passeggiate creative”, che prende il nome dall’omonimo progetto sul campo dell’associazione Sentiero dei Sogni ed è pubblicata da New Press Edizioni.

Storia e paesaggi

Come per i film che diventano di culto, un sequel è d’obbligo e lo avete in mano: se nel primo volume lo storico ingegnere capo del Comune di Como, e inguaribile flâneur, ci aveva accompagnati tra le vie del centro storico e i quartieri del capoluogo, in queste “Passeggiate comasche 2” ci porta ad approfondire i borghi posti lungo le sponde del Lario e i cosiddetti “laghi minori”, che sono tali soltanto per dimensioni e non certo per bellezza paesaggistica e trascorsi storici. In primis quelli della Brianza (Montorfano, Alserio, Pusiano, Segrino e Annone) ma anche il Lago di Piano, posto tra il Lario e il Ceresio, e quello di Mezzola, che ai tempi di Plinio il Vecchio era tutt’uno con il Lago di Como, prima che ne fosse separato dai terreni alluvionali del Pian di Spagna.

Cambia parzialmente la prospettiva, e quindi anche la narrazione, rispetto al volume precedente. Se, nel caso della città di Como, passo dopo passo lo sguardo di Tajana si posava come una lente su questo e quel monumento, o su questa e quella via dei borghi periferici, ora invece tende ad abbracciare la complessità di ogni paese e di ogni specchio d’acqua, connettendo tra loro epoche storiche lontane nel tempo, peculiarità paesaggistiche, artistiche, architettoniche, socio-economiche ed escursionistiche. Insomma, ci fa capire che nelle terre dell’Alta Lombardia l’interazione plurimillenaria tra l’uomo e la natura ha dato vita a un territorio che ovunque è ricco di straordinarie stratificazioni. Ogni borgo, nell’accurata descrizione di Tajana, appare come un microcosmo con alcune caratteristiche che lo accomunano a quelli vicini e altre assolutamente peculiari. Di ciascun sito l’autore ci presenta una carta di identità, compilata con estrema precisione e completezza, ma non fredda, perché non si limita ai dati generali, ma anzi la voce più ricca di dettagli affascinanti è quella che gli uffici anagrafe di solito lasciano in bianco: “segni particolari”. Leggere queste storie di Tajana, nate come articoli per “L’Ordine”, il supplemento culturale de “La Provincia di Como”, è come guardare un paese su google maps dall’alto e piano piano tuffarcisi dentro girando la rotella del mouse: si scoprono ville ed edifici rurali, chiese romaniche e gemme razionaliste, cave delle pietre di cui sono fatti i nostri monumenti e acque che sono state vie di trasporto, fonti di sostentamento e persino casa per i nostri antenati più remoti, i palafitticoli di Pusiano.

L’anima dei luoghi

Ogni capitolo ci spalanca infinite porte, spesso anche in senso letterale, come quando l’autore descrive i tesori nascosti all’interno di tanti edifici religiosi e non, e ci mette davanti innumerevoli possibilità di scoperta del luogo preso in esame. Tajana non indica una via maestra e preconfezionata per visitarlo, ma lo squaderna dinanzi al lettore e lascia che sia ciascuno di noi a comporsi il proprio itinerario in base agli interessi e alle passioni personali. Anzi, i propri itinerari. Perché l’insegnamento più importante di Tajana, e di questo libro, è che nessuno dei borghi e dei laghi da lui descritti è davvero riassumibile in “cinque o dieci cose da fare”, come si usa invece nei siti di turismo mordi e fuggi, per non dire usa e getta. Al contrario, per scoprire l’anima di luoghi così belli, per penetrarne i segreti e poter dire di conoscerli davvero, bisogna tornarci più e più volte. E, comunque, rimarrà sempre qualcosa da scoprire.

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