Chiudere l’anno con la fiaba speciale

Balletto “La bella addormentata” di Caikovskij va in scena per la sera di San Silvestro al Teatro Sociale di Como

Si rinnova la tradizione del del balletto di San Silvestro al Teatro Sociale di Como che per le ultime ore di questo 31 dicembre ha puntato su un grande classico che è anche una bella favola natalizia: “La bella addormentata” di Čaikovskij. La celeberrima coreografia che Marius Petipa basò sul racconto che Charles Perrault adattò, a sua volta, dalla tradizione popolare sarà messo in scena alle 18 dal Russian Classical Ballet, una compagnia composta da un cast di stelle del balletto russo, con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova (biglietti a 40 euro per platea e palchi, gallerie parapetti a 30 euro, gallerie ranghi a 22 euro).

Chi ha già prenotato, al termine potrà approfittare anche della “Capodanno experience” del teatro: dopo lo spettacolo, sul palcoscenico una cena di gala accompagnata da musica dal vivo per attendere la mezzanotte.

Origini antiche

È una fiaba dalle origini antiche, quella della “Bella addormentata”, la cui prima versione potrebbe risalire al XIV secolo, al romanzo cavalleresco “Perceforest”: nel terzo libro si incontra la storia della principessa Zellandine, a cui il padre impone un sonno incantato fino al ritorno dell’amato Troilo. Chi conosce le versioni successive, edulcorate, non sa che in questa il principe, ben lungi dall’accontentarsi del “bacio di amore”, si approfitta della fanciulla dormiente, mettendola incinta e sarà il parto del figlio a risvegliarla (felice e contenta della situazione e di impalmare il suo bello: va letta con gli occhi dell’epoca).

Nel “Cunto de li cunti”, ovvero il cosiddetto “Pentamerone” di Giambattista Basile, vi è la storia di “Sole, Luna e Talia”, dove la faccenda si complica, perché, in questo caso, il re, promosso da principe, non solo violenta la bella addormentata, ma è pure sposato e quando la ragazza dà alla luce non uno, ma due figli, viene a saperlo, ne parla nel suo regno suscitando le ire della sposa che chiede di uccidere l’altra donna e i due bambini, ma sarà lei, invece, a morire messa al rogo dal marito per lasciare spazio al “lieto fine”. Perrault si sbarazzò di tutto questo, scrivendo la versione più universalmente conosciuta a cui si è ispirato Walt Disney per il film che tutti i bambini amano.

Fu il direttore dei teatri imperiali Ivan Vsevoložskij, nel 1890, a sollecitare Čaikovskij perché scrivesse un balletto ispirato alla fiaba, affidandone le coreografie a Marius Petipa. La prima di San Pietroburgo ebbe un’accoglienza maggiore, da parte della critica, rispetto al “Lago dei cigni”. Il primo Paese ad accogliere l’opera fu proprio l’Italia: venne messa in scena al Teatro alla Scala nel 1896, mentre solo tre anni dopo, nel 1899, “La bella addormentata” arrivo al Bolshoi di Mosca.

Preparazione e irruenza

L’allestimento proposto dal Russian Classical Ballet, come sempre rispetta l’originale nel segno della tradizione, riprendendo le coreografie di Petipa e affidandole a un corpo di ballo e solisti, provenienti dalle principali compagnie russe, che danno vita a questo ensemble, nel quale preparazione accademica ed esperienze internazionali si sposano con l’irruenza di talenti emergenti nel panorama della danza classica moscovita.

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