La sofisticata sensualità di Enchi Fumiko

Recensione “Saimu. I colori della nebbia” è il romanzo che si pone al culmine della maturità dell’autrice giapponese. Una scrittrice depressa, relazioni incestuose e una pergamena preziosa al centro di una storia ardita e coinvolgente

La casa editrice Safarà di Pordenone ha pubblicato da poco un corposo e stimolante romanzo della scrittrice giapponese Enchi Fumiko (1905-1986): “Saimu. I colori della nebbia”, tradotto da Maria Teresa Orsi e con una postfazione di Daniela Moro. Il romanzo si pone al culmine della maturità artistica della scrittrice interessata alla condizione della donna in una società notoriamente maschilista come il Giappone. Enchi Fumiko è famosa per aver tradotto in giapponese moderno il monumentale capolavoro classico “Genji monogatari”, la “Storia di Genji”, della grande scrittrice del secolo XI Murasaki Shikibu. La “Storia di Genji”, che è il racconto dell’intera esistenza di un immaginario Principe Splendente, figlio di un imperatore e di una concubina e dei suoi plurimi amori, è il primo romanzo psicologico della letteratura mondiale.

L’autrice

Echi e richiami al “Genji” sono frequenti e diffusi nelle opere composte da Enchi Fumiko in un venticinquennio di carriera letteraria tra classicità e metafore. Nel 1949 pubblica “Onnazaka. Il sentiero nell’ombra”. In italiano è uscito nelle edizioni Giunti nel 1987 tradotto da Lydia Origlia. Il titolo è la strada secondaria destinata alle donne per accedere ai santuari shintoisti: l’ombra è metafora del ruolo della donna alla fine dell’Ottocento.

È la storia di Tomo, moglie di Yukitomo, un funzionario di governo egoista e immorale che le impone di contattare giovani fanciulle per farne le sue concubine. Tomo sopporta con dignità il suo ruolo di moglie fino alla crisi quando la bramosia del marito arriva a sedurre la giovane nuora. Sottomissione alla legge patriarcale del tempo. Romanzo sconvolgente.

Del 1958 è “Maschere di donna”, pubblicato in italiano a cura di Graziana Canova Tura nella collana Mille Gru della Marsilio nel 1999. Il romanzo, in un contesto moderno, ha come protagonista Toganoo Mieko poetessa raffinata e colta ed è incentrato sui temi dell’amore, del tradimento, della possessione e della morte. Erotico e inquietante. Nel 1965 Enchi Fumiko pubblica “Namamiko. L’inganno delle sciamane”, ambientato nel secolo XI. Il romanzo racconta l’amore tra l’imperatore Ichijo e la Prima Consorte Teishi e la strategia del Cancelliere Michinaga per dividerli con l’intervento di due sorelle sciamane. Storico e intenso. È tradotto da Paola Scrolavezza per le edizioni Safarà.

Il volume

“Saimu. I colori della nebbia” è opera del 1976. La nebbia del titolo rappresenta la progressiva senilità della protagonista Tsutsumi Sano, scrittrice di narrativa. Sano ha sessantanove anni. Di salute malferma, ha problemi cardiaci e calcoli. È depressa e soffre di diabete. I medici consigliano cure approfondite, ma lei non ascolta nessuno.

Per un’operazione non riuscita ha perso la vista a un occhio. Pensa spesso al suicidio: per lei il modo migliore per togliersi la vita è “addentrarsi fra i monti coperti di neve, ubriacarsi e morire congelata”. Solo la scrittura le allevia l’esistenza. Quanto all’amore, è “un fantasma sempre presente e inscindibile dalla sua vita”. I rapporti intimi col marito, ora morto, non sono mai stati buoni e le relazioni successive con altri partner sono finite in nulla di fatto. A volte nei dormiveglia Sano fa sogni erotici. Sveglia, si dice: “Non scherziamo,ho settant’anni!”L’amica Kawahara Yukiko, donna passionale che ha sedotto e abbandonato diversi uomini, le dona una scatola lunga e stretta. Dentro c’è un “emakimono”, una preziosa e antica pergamena dipinta intitolata “Storia della sacerdotessa di Kamo”, che richiama la storica principessa Senshi, sacerdotessa durante il regno d i ben cinque sovrani.

Sulla pergamena ci sono dodici immagini licenziose: scene di sesso durante rituali di purificazione fra la sacerdotessa e giovani prestanti. Con la pergamena c’è un testo scritto da un anonimo. La pergamena non deve essere mostrata a nessuno e deve passare di madre in figlia. Le frequenti descrizioni di rapporti intimi sono esplicite, per niente pruriginose. Ogni amplesso è la naturale conseguenza dei sentimenti e dei desideri della coppia.

Quando è sola, Sano apre la pergamena e guarda i dipinti. La sua è pura curiosità conoscitiva, ma, dentro di sé, sente risvegliarsi “un desiderio assopito”. Poi la svolta. Sano riceve una telefonata: è Yasuo, figlio del fratello maggiore dell’ex marito. Il nipote, che è sposato e ha quarant’anni, le chiede ospitalità per due settimane causa lavoro. Sano l’accoglie compiaciuta. Nella convivenza a due i rapporti si fanno sempre più stretti. Durante un’escursione vengono colti da un temporale e i due si rifugiano in un fienile. Qui Yasuo dà un bacio alla zia. È il preludio della finale relazione incestuosa, non di sangue, tra nipote e zia.

“Saimu. I colori della nebbia” di Enchi Fumiko è un romanzo ardito e coinvolgente. Un romanzo degno di attenzione.

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