
Diogene / Como città
Martedì 16 Settembre 2025
«Io, israeliano, difendo i palestinesi. Ma siamo in pochi»
Testimonianza Guy Hirschfeld è un attivista di Israele che da anni documenta con video la violenza dei coloni: «Anziani e donne pestati a sangue e villaggi distrutti»
Como
«Da questa serata mi aspettavo tutt’altro» è il mormorio comune e diffuso nel folto pubblico che ha partecipato a Lurate Caccivio alla testimonianza di Guy Hirschfeld (con la traduzione simultanea di Francesca Giani) organizzata dal Comune di Lurate Caccivio la collaborazione di tante associazioni del territorio al Cineteatro Pax. La reazione confusa e stordita accomuna quasi tutti nel pubblico dopo che Hirschfeld, attivista israeliano dell’associazione Ta’ayush, dal 2010 al fianco dei palestinesi per difenderli dagli espropri di terra, ha mostrato un altro dei suoi video.
Il dolore in Cisgiordania
In uno, girato a est di Ramallah, due ragazzini israeliani, figli di coloni della Cisgiordania, prendono a bastonate un uomo palestinese che sopporta inerte, sapendo che una reazione a quell’aggressione potrebbe costare la vita a lui e a tutta la sua famiglia. In un altro video due giovani coloni israeliani arrivano in sella ai cavalli in un villaggio palestinese situato in un’area desertica e con pochissima acqua, dove la vita dei palestinesi che risiedono lì dipende da una sola e preziosa cisterna. I due coloni aprono i rubinetti della cisterna e lasciano che l’acqua si riversi a terra, sprecandone ogni goccia. Un altro ancora, girato ad Al-Mughayyir mostra un bulldozer israeliano che abbatte le case dei palestinesi e i 10mila ulivi che le circondano come punizione collettiva perché un colono ha denunciato un palestinese del villaggio considerato colpevole di averlo aggredito. Mentre la distruzione delle case e dell’uliveto è in corso, un anziano palestinese ultraottantenne siede sul lato della strada polverosa e piange per aver perso, ancora una volta, tutto quanto.
In uno degli ultimi video mostrati da Hirschfeld, quello stesso uomo viene sorpreso di notte nella sua casa, con sua moglie, e picchiato a sangue dai giovani coloni israeliani che vogliono insediarsi su quello spicchio di terra.
«Sulla terra i palestinesi non hanno diritti - racconta Hirschfeld - Per via dell’occupazione attuata dai coloni non possono accedere alle loro terre, né coltivarle. Per costruire una casa devono chiedere un permesso da Israele e quasi mai lo ottengono. Noi li aiutiamo con la nostra presenza ad avvicinarsi alle loro terre, li tuteliamo con i nostri diritti da israeliani, ma siamo davvero pochi a volerlo fare. Per contro, dal 7 ottobre 2023 i coloni israeliani si sono diffusi in tutta la Cisgiordania e a suon di aggressioni impediscono a palestinesi di spostarsi e li cacciano dalle loro stesse case».
I membri del gruppo Ta’ayush definiscono la propria attività “presenza protettiva”, sperano cioè che la loro presenza al fianco dei palestinesi scoraggi i coloni israeliani dall’attaccarli. Gli attivisti filmano tutti gli abusi che non riescono a sventare e di cui diventano testimoni, mai silenziosi. Ta’ayush è stato fondato dopo la seconda Intifada e comprende al proprio interno una parte di quei pochissimi israeliani che sono solidali con il popolo palestinese. A dire che sono pochissimi è Hirschfeld stesso durante la serata a Lurate Caccivio: «In Israele c’è un 10% della popolazione che ritiene che quello che sta accadendo a Gaza sia terribile. Ma quelli che come me sono disposti a fare qualcosa sono ancora meno, forse l’1%». Per gli altri, spiega l’attivista, i palestinesi non sono persone, solo nemici.
«Cambiamento solo dall’esterno»
Commentando il video in cui l’ottantenne palestinese viene picchiato a sangue fin quasi alla morte e la sua casa distrutta dai coloni, Hirschfeld dice: «Non è qualcosa di speciale ciò che vi sto mostrando: accade tutti i giorni e tutte le notti a sud di Hebron. Di giorno le autorità militari sorvegliano le demolizioni dei villaggi, di notte i coloni occupano le case ancora in piedi: sono due facce della stessa medaglia della società israeliana, quella in cui sono nato e cresciuto».
L’incontro si chiude con le domande di un pubblico esterrefatto di fronte a un racconto che molti immaginavano pieno di speranza e che invece chiede la forza della denuncia: «Anche in Cisgiordania, come a Gaza, è in corso un genocidio - ha concluso Hirschfeld - Il razzismo e il fascismo in Israele sono più forti di quanto pensiate. Non riguarda solo Gaza, ma anche il Libano, lo Yemen e il Qatar... L’unica possibilità è che un cambiamento arrivi dall’esterno. Ecco perché sono qui: non restate in silenzio».
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