
Diogene / Como città
Martedì 10 Giugno 2025
Piazze e quartieri che rinascono. Rebbio ci prova
Idee Una festa per parlare di rigenerazione urbana. Musica, street food e tanto altro venerdì in via Ennodio

Como
Il quartiere più popoloso e popolare di Como, quello che più d’altri ha fatto dell’accoglienza la sua vocazione, sta cercando negli ultimi anni di rigenerare molti due suoi angoli. L’ultima idea, lanciata dal cortile della parrocchia, è fare dell’attuale parcheggio dietro al cimitero una piazza viva dove la gente possa incontrarsi e stare insieme.
Sul tema della rigenerazione urbana non a caso si apre la festa di Rebbio. Il primo incontro, venerdì alle 19.30, proprio dal piazzale di via Ennodio che sarà poi teatro di musica, cibo e spettacoli, vuole cercare di riflettere sulla trasformazione dei luoghi pubblici in senso sociale. A parlarne sul palco con l’architetto Stefania Cacia ci sarà Marco Ponte, presidente dell’asilo, professionista già impegnato in La città possibile e nell’assemblea di zona, oppure in associazioni come Biciamo.
«Non bastano per fare una piazza due panchine e due alberelli – spiega Ponte – ci vogliono delle funzioni che facciano vivere un luogo, dei motivi per far incontrare la gente, capaci di attrarre, di far frequentare un posto comune. Magari con poche automobili, senza metterle del tutto al bando, da piazzale del cimitero sarebbe un’utopia. Vorremmo però immaginare un progetto, dal basso, per rigenerare di nuovo il nostro quartiere. A Rebbio manca una piazza, nella vicina Camerlata c’è la nuova area del supermercato, la vecchia piazza è una rotatoria. In parrocchia c’è un cortile molto vivo, ma non è pubblico. E proprio dalla parrocchia è partita questa sfida: disegnare una nuova piazza per tutti».
I camminamenti di via Grilloni, la riqualificazione delle scuole di via Giussani, l’apertura della nuova Coop, la chiusura del centro giovanile. E ancora una nuova illuminazione del parcheggio, l’arrivo di nuovi grandi centri vendita e catene di supermercati. Gli orti sociali, lo spazio sportivo di via Cuzzi, la ricerca di una palestra, la raccolta fondi chiamata “un campo, una scuola, un quartiere”. Le cose nell’ultimo ventennio sono cambiate, non sempre tutte in meglio, tra traffico e rotatorie. Rebbio è stato bollato per decenni come il dormitorio più povero della città, senza servizi e con molti guai. C’è solo un medico condotto per parecchie centinaia di pazienti. Il terzo settore è in parallelo riuscito ad aprire diverse case, abitazioni da offrire a nuove famiglie, stranieri, lavoratori, anche con esperimenti di tipo comunitario. Rebbio si trasforma.
Più di dieci anni fa il quartiere si era mosso per sollevare delle osservazioni a Palazzo Cernezzi per nuovi interventi urbanistici. «Alcuni contributi sono stati ascoltati – dice Ponte – all’interno degli oneri chiesti per la costruzione del supermercato. La riqualificazione di via Varesina, di via Giussani, quel tratto di pista ciclabile che è rimasto un fiore nel deserto, visto che il resto del tracciato che doveva superare i confini della città è andato perduto al pari dei finanziamenti. Oggi dobbiamo prendere atto della situazione in cui vive il nostro quartiere, dimostrarci resilienti e provare a reinventare altre aree dismesse capaci di nuova energia».
Per questo l’undicesima edizione della festa di Rebbio si terrà in via Ennodio, si tratta di un primo esperimento per valorizzare questa area. Concerti, street food, comici, tra venerdì 13 giugno e domenica 15 non mancherà al quartiere tanta allegria.
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