Politiche giovanili a Como: largo a idee, relazioni e condivisione

Il progetto Grazie al bando regionale Smart gli “stati generali” delle politiche giovanili comasche

Come stanno i giovani a Como? Quali sono le opportunità che la città offre loro? A partire da questi grandi interrogativi si muove l’esperienza di “Sinergie”, nata grazie al Bando Giovani Smart di Regione Lombardia con lo scopo di creare una rete fra i giovani comaschi, appartenenti o meno a realtà associative attive sul territorio.

Il progetto è aperto all’adesione di associazioni giovanili e singoli aderenti. I primi incontri informali fra i gruppi si sono svolti a partire dal luglio 2021, dallo scorso mese di gennaio hanno cominciato a strutturarsi in appuntamenti fissi.

L’analisi dello stato dell’arte sullo sviluppo delle politiche giovanili nella nostra città non restituisce risultati incoraggianti: scarseggiano o mancano del tutto luoghi di aggregazione, ci sono poche possibilità di fare network tra i ragazzi.

La voglia di apprezzare la relazione

Di contro, tuttavia, si percepisce la voglia di recuperare e apprezzare la relazione. Gli anni della pandemia pesano ancora sulle spalle dei più giovani, perché hanno provocato una lunga fase di stop alle relazioni sociali, quindi originato una progressiva tendenza a stare da soli e non avvertire più il bisogno del contatto con l’altro. «Mi rendo conto - ci rivela Francesco Restelli, membro dell’organo di garanzia della Consulta provinciale degli studenti - di passare molto più tempo in casa rispetto al passato. Confrontandomi con i coetanei, mi accorgo che siamo cambiati, facciamo più fatica di prima a incontrarci, condividere esperienze, stare in contatto. Al tempo stesso, però, resta sullo sfondo un forte bisogno di socialità che a mio avviso deve trovare uno sfogo».

Sulla stessa linea di pensiero Lorenzo Carbone e Nicola Baglivo, referenti per l’Associazione “We for the planet”: «In questo momento - la loro riflessione - i giovani comaschi stanno ancora soffrendo isolamento e solitudine, quasi fosse un’onda lunga della pandemia. Percepiamo una certa demoralizzazione e osserviamo una città poco attenta alle nostre esigenze. Per fortuna, il mondo delle realtà associative sta vivendo una fase di profondo rinnovamento e diventa più facile riconquistare occasioni di partecipazione».

I tavoli di confronto

L’idea di creare tavoli di confronto, realizzata tramite “Sinergie” e nello specifico attraverso il metodo dell’Agorà, ha permesso di dare voce ai ragazzi per identificare quali fossero i bisogni e tentare di sintetizzare qualche primitiva soluzione. Alessandro Rossi, 20 anni, studente, ha partecipato al progetto in qualità di singolo aderente, senza essere iscritto ad una associazione. «Non appena sono venuto a conoscenza del bando - spiega Alessandro - ho subito cominciato a seguire le proposte messe in campo dagli organizzatori. Sono entusiasta all’idea di concepire un nuovo sviluppo delle politiche giovanili in senso ampio. Grazie alle Agorà, preziosi momenti di dialogo e condivisione, siamo riusciti a focalizzare l’attenzione anche delle istituzioni sui problemi che interessano i giovani. Problemi che, purtroppo, inizialmente vengono negati dalla politica». Fra questi l’assenza di spazi di aggregazione, le poche opportunità di incontro al di fuori dei contesti scolastici e universitari, la solitudine.

Rispetto alla voglia di mettersi in gioco per contrastare questi disagi, è apparsa ancora piuttosto tiepida l’accoglienza della città: «Va cambiata - secondo Alessandro - la prospettiva con la quale si osservano i fenomeni. Il divertimento dei giovani non può essere visto come un fastidio, ma come una risorsa per la vita della comunità stessa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA