
Diogene / Como città
Lunedì 19 Maggio 2025
Vent’anni per le vite dei più piccoli
Emilio Bergonzi Pediatra in missione da vent’anni, ora un libro racconta le storie sue e dei suoi colleghi
«Il ricordo più duro è anche quello più significativo».
Con queste parole Emilio Bergonzi riassume i 20 anni di vita trascorsi in missione medica a favore dei bambini in tutto il mondo. Il pediatra comasco racconta un momento emblematico che ha vissuto in Etiopia per l’associazione dell’associazione “Childcare Worldwide – Pediatri di famiglia per i bambini del mondo” attiva da due decenni.
«Durante la notte purtroppo saltò la corrente e il generatore di emergenza, che avrebbe permesso a due bambini di restare in vita, non si attivò. Al mio arrivo purtroppo per i due piccoli non c’era più nulla da fare. Non dimenticherò mai il ringraziamento del padre di una bambina che, pur senza parlare la nostra lingua, mi fece capire molto bene la gratitudine per quello che era stato fatto per sua figlia fino a quel momento».
«Ecco, la sincera riconoscenza e i sorrisi dei bambini sono il simbolo di questa interconnessione umana autentica. Questo dà la misura di quanto valga la pena fare il lavoro che stiamo facendo da vent’anni».
Il dottor Bergonzi, che a Como ha curato migliaia di bambini e conosciuto le relative famiglie, non può non notare una differenza: «Nella nostra cultura non potremmo mai accettare la perdita di uno dei nostri figli, soprattutto senza prima aver tentato l’impossibile. In Africa è diverso. Si è abituati a fare i conti con le difficoltà, anche quelle che si presenteranno nel futuro».
A volte il fatalismo può sembrare un fattore cinico. «Mi è capitato di rianimare un neonato, che aveva solo un flebile soffio di vita. Certo, presentava qualche malformazione, ma non tale da precludergli a priori una vita dignitosa. Quando al refettorio condivisi la mia felicità per quella vita riagganciata, mi è stato fatto notare come forse avrei fatto meglio a lasciare andare questo piccolo perché in Africa, nelle condizioni in cui vivono nel suo villaggio, avrebbe sempre fatto una grande fatica e restava una forte probabilità di morte da lì a pochi mesi». «Ripensando a questa affermazione, che dapprima mi suscitò una grande rabbia, ho colto il messaggio che in realtà custodiva. Non posso condividere, ma comprendere almeno in parte lo spirito con cui si affrontano ancora le malattie in Africa».
Il dottore vuole condividere così alcuni episodi dei 20 anni di attività dell’associazione “Childcare Worldwide – Pediatri di famiglia per i bambini del mondo” di cui fa parte fin dalla fondazione. «Durante i nostri primi 20 anni di attività svolta in Africa, partendo da Capo Verde, passando per l’Etiopia e giungendo in Mozambico, ed in India, spingendoci nell’Andra Pradesh, era consuetudine che i volontari in missione scrivessero di volta in volta brevi relazioni, o semplicemente dei ricordi, da condividere con i soci in attesa di partire per il proprio turno. Queste testimonianze sono state il modo per dare continuità ed uniformità ai nostri progetti a favore delle comunità di bambini a cui abbiamo offerto un personale contributo per migliorarne le condizioni di salute. Dunque è venuto spontaneo raccogliere alcuni di questi racconti per lasciare traccia e memoria dei luoghi che abbiamo visitato e delle persone che abbiamo incontrato. Sono soltanto frammenti di un archivio a cui hanno contribuito tutti i volontari di Ccww nell’arco di questi primi 20 anni e con il direttivo abbiamo deciso di affrontare la sfida di farne un libro» si legge nella prefazione del volume, interessante diario di viaggio che racconta spaccati di vite anche in luoghi molto diversi tra loro come la Moldavia, l’Uganda e la Costa d’Avorio.
«Si riceve molto più di quello che si dà. In questo cammino lungo 20 anni, ho avuto la fortuna di avere al mio fianco mia moglie Stella e molti colleghi, tra cui Stefano del Torso, con cui ho ripetuto diverse missioni e che ringrazio. Ma il tempo inevitabilmente passa per tutti e servono nuove generazione di pediatri che si mettano a disposizione di questo progetto».
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