Il “locomotore” Lombardia ha bisogno di tanta energia. Ma è scattata l’ora dei tagli

Le contromisure Risparmio e fonti rinnovabili sono le parole d’ordine. Il consumo pro capite di sola corrente nelle case è di 1.130 kw ora

La Regione “locomotore” ha bisogno di energia, tanta energia. Ecco perché sta azionando contromisure e investimenti sul fronte del risparmio e del ricorso alle fonti rinnovabili in Lombardia. Un percorso, quest’ultimo, avviato ma che ha bisogno di sempre maggiore vigore.

Secondo i dati di Aria, oggi il consumo energetico regionale è pari a 24.288.000 tep (ovvero tonnellate equivalenti petrolio). La produzione da fonti rinnovabili è di 3 milioni e 525mila Tep: la strada da percorrere è dunque ancora lunga Il consumo pro capite di energia elettrica nelle case è di 1.130 kWh.

La missione

La missione possibile, o meglio improrogabile, oggi è di ridurre senza spegnere l’economia. Ciascuno, pubblico e privato, è impegnato a fare la propria parte e diversi enti stanno procedendo: iniziative annunciate per dare conto, ma anche per mobilitare e invitare i cittadini a trovare a loro volta delle vie.

La Regione, ad esempio, ha deciso di spegnere le luci del Pirellone e di Palazzo Lombardia: un risparmio del 6% sui costi della bolletta energetica.

Tra le misure annunciate: l’anticipazione dell’accensione delle sole lampade notturne interne di Palazzo Lombardia alle ore 20 invece che alle 22». O ancora lo stop all’illuminazione scenografica serale e notturna della copertura della piazza Città di Lombardia e dei suoi portici esterni, garantendo solo quella di sicurezza. Ci si perde qualcosa in fascino, naturalmente, ma di questi tempi non è certamente il caso di affidarsi troppo all’estetica. Sono i numeri, del resto, a dettare la linea.

Milano, la metropoli sempre accesa, ha davanti una prospettiva particolarmente delicata, ma il sindaco Beppe Sala – che ha studiato la questione con A2A e Politecnico - ha annunciato una serie di iniziative e di coinvolgimentoanche di altre realtà per essere incisivi. “In casa” deciso lo smart working per i dipendenti comunali: chiudono alcune sedi di uffici comunali al venerdì, così da essere vicino al fine settimana per prolungare l’effetto positivo. Chiaro che non tutti potranno ricorrere a questa chance e allora queste figure saranno dislocate in “near working” nelle sedi che resteranno sempre aperte. Il Comune guarda anche fuori, riducendo di un’ora al giorno l’accensione dell’illuminazione stradale: fase in cui è parso opportuno procedere in questa direzione, la mattina. Si pensa di risparmiare un milione e mezzo. Il Comune si è anche messo al lavoro con la Camera di commercio per valutare l’intervento sull’illuminazione delle vetrine la notte.

Il privato

Ma il privato? L’impatto è pesante, come può essere fronteggiato? Secondo Unioncamere Lombardia, le imprese nel secondo trimestre dell’anno già segnalavano rincari compresi tra il 40% e il 50% per gas ed elettricità nella maggior parte dei settori.

Nell’industria manifatturiera il costo del gas era raddoppiato (+98,9%) e quello dell’elettricità era in crescita del +73,5%. La siderurgia mostrava a luglio variazioni di costo pari al +143% per il gas e +107% per l’elettricità, ma anche il tessile (rispettivamente +157% e +90%) e gli alimentari (+142% e +85%) erano segnati.

Meno drammatica la situazione dei rincari nel terziario, ma sempre ben al di sopra dell’inflazione. Inoltre, c’è la pesante eccezione di alberghi e ristoranti: qui i prezzi di gas ed elettricità sono aumentati del +76% su base annua.

L’altra faccia della medaglia riguarda l’autosufficienza: l’industria è infatti il settore più maturo nel percorso verso l’autonomia energetica. Un terzo delle imprese industriali (34%) è in grado di produrre almeno in parte l’energia per le proprie attività, mentre negli altri settori la presenza di impianti è nettamente inferiore (21% per il commercio al dettaglio, 14% per l’artigianato e 12% per i servizi).

Certo è che - dati del Centro Studi Confindustria - in confronto a Francia e Germania, l’Italia è il paese dove il caro-energia rischia di produrre i maggiori danni.

L’incidenza

«A politiche invariate, l’incidenza dei costi energetici sul totale dei costi di produzione per l’economia italiana si stima possa raggiungere l’8,8% nel 2022, più del doppio del corrispondente dato francese (3,9%) e quasi un terzo in più di quello tedesco (6,8%) è l’analisi - Al 2022 si stima che l’incidenza dei costi energetici potrebbe raggiungere l’8,0% dei costi di produzione per l’industria italiana (dal 4,0% nel periodo pre-crisi), a fronte del 7,2% per l’industria tedesca (dal 4,0%) e del 4,8% di quella francese (dal 3,9%)».

Le conseguenze sono presto dette: « L’impatto per l’Italia si traduce in una crescita della bolletta energetica stimata tra i 5,7 e i 6,8 miliardi su base mensile; per il solo settore manifatturiero, l’aumento è stimato in circa 2,3 - 2,6 miliardi al mese».

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