Turismo, sei mesi di tutto esaurito: Canton Ticino e Lario alla ricerca della qualità

Turismo Dalla razionalizzazione dei flussi ai problemi dei trasporti. Il dialogo tra i due territori e una parola d’ordine: diversificare le offerte

Non è mai facile decifrare le dinamiche turistiche lungo la linea di confine, soprattutto se su questo lato della frontiera - a cominciare dal triangolo Tremezzina, Menaggio e Bellagio - non c’è neppure il tempo di voltarsi indietro, dovendo fare i conti con sei mesi ininterrotti di overtourism, ovvero di tutto esaurito negli hotel e nelle strutture ricettive, con inevitabili problemi connessi, a cominciare dai trasporti via terra e soprattutto via lago.

Non così in Ticino, dove comunque ha pesato in quel -5,6% anche il Gottardo dimezzato dopo il deragliamento di un treno merci in quel di Faido.

Interscambi

È possibile dunque considerare il vicino Cantone come una valvola di sfogo per l’overtourism comasco? «È sicuramente un problema che attanaglia, sul nostro lato del confine, soprattutto le grandi città. Al momento l’obiettivo ticinese è quello di razionalizzare i flussi turistici, ma anche i periodi di vacanza dentro i confini federali - la riflessione di Massimo Suter - Non è possibile che tre o quattro “grandi” Cantoni abbiano le vacanze estive nello stesso periodo, circostanza questa che porta ad affollare anche strade ed autostrade. Sono favorevole ad un’apertura verso l’Italia e nelle specifico verso la Lombardia per quel che concerne i flussi turistici. Lo dico con cognizione di causa».

«Non vedo difficoltà per un turista nel soggiornare a Como e venire a pranzo o anche solo per un giro turistico a Lugano. Il medesimo discorso riguarda le forze lavoro. Mi sembra che i problemi siano analoghi. Per questo si può trovare un modo per creare interscambi tra aziende. Riassumendo, ritengo che le nostre destinazioni siano complementari».

Destinazioni

Da Alberto Cetti massima apertura per “gli interscambi culturali”, con una sottolineatura a sé sulla destinazione Ticino, perché «ci viene comodo proporre una gita a Lugano in piena stagione e ancora di più al di fuori della stagione turistica».

«È opportuno riflettere sul tema dell’overtourism su entrambi i lati del confine. Noi un primo passo l’abbiamo già compiuto, cercando di allungare il più possibile la stagione - sottolinea il presidente dell’Associazione Turistica Tremezzina - Siamo tutti contenti di avere tanta gente, anche se non possiamo dimenticare le tante immagini che anche il vostro giornale ha pubblicato in piena stagione, dalle code alle biglietteria della Navigazione ai bus stracolmi. Immagini che diversi nostri clienti ci hanno raccontato in presa diretta. Se vogliamo ragionare attorno al vocabolo “qualità” è necessario dare un segnale forte su tanti fronti, a cominciare dal tema della mobilità. Oggi facciamo gli albergatori e vorremmo farlo con convinzione anche in futuro».

Assedio a Bellagio

Secondo Paolo Peroni, la parola d’ordine per il futuro potrebbe essere «diversificare e nel caso di specie diversificare la meta. Lo dico con tanti anni di esperienza sulle spalle. In questo momento diversificare è tutt’altro che semplice. La maggior parte dei turisti che viene sul lago vede in primis Bellagio. Inutile girarci attorno. Poi si creano meccanismi visti e letti quest’anno e così lo scorso anno con Bellagio assediata e magari con altre destinazioni, come l’Alto lago, che vorrebbero attrarre turisti».

Nuove rotte

«Non è facile diversificare le proposte e le mete turistiche. Sarebbe auspicabile creare nuove rotte, coinvolgendo anche il Ticino, ricordando il trait d’union costituito dalla Val d’Intelvi, per rimanere alla realtà a me più vicina. Ci vorranno tempo e progetti finalizzati a questo obiettivo».

E così, per dirla con Davide Rampoldi, il successo del lago di Como può essere un’opportunità anche per tante realtà ticinesi di frontiera, come Chiasso.

Bandierina

«In generale, dobbiamo fidelizzare chi arriva da noi - sottolinea il presidente della Società Commercianti del Mendrisiotto - Di certo, il Ticino deve dimenticare i grandi numeri. Per questo nel commercio così come nel turismo serve una proposta di qualità. Puntiamo decisi su proposte qualitativamente elevate. L’ho ribadito anche di recente ai “miei” commercianti. Concordo soprattutto che per chi arriva da lontano è difficile mettere la “bandierina” su dove inizi la Svizzera e dove finisca l’Italia».

«Per questi turisti, Chiasso o Ponte Chiasso potrebbero essere due facce della stessa realtà. Ho clienti che dalla Germania sono venuti nella mia attività perché consigliati da un amico o un conoscente che in precedenza era stato da noi. Questa è la strada da seguire» conclude il presidente della Società dei commercianti del Mendrisiotto.

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