A caccia degli informatici: ne servirebbero
dieci volte più degli attuali

Dopo la scuola Soltanto il 12% dei diplomati è interessato a lavorare subito. Imprese in coda sulla piattaforma della Magistri di Como con i cv dei ragazzi

Scuole e università non formano abbastanza informatici, ne servirebbero almeno 10 volte di più. Le ripercussioni sulle imprese sono gravi, ma la svolta digitale introdotta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - Pnrr - sta mettendo in evidenza come questa carenza stia colpendo in particolare la Pubblica Amministrazione che sconta anche la bassa attrattività per i giovani che ambiscono a livelli salariali più alti, a una maggiore valorizzazione delle competenze e ad un’organizzazione del lavoro meno burocratizzata.

Il mismatch

Il tasso di mismatch nel settore privato si attesta, secondo Unioncamere, al 63%, ma può raggiunger l’86% nel caso di laureati con esperienza. Se però le università sfornano un numero di laureati insufficiente a colmare il fabbisogno, a scarseggiare sono soprattutto i diplomati usciti dagli istituti tecnici che per la maggior parte decidono di procrastinare la propria entrata nel mondo del lavoro a favore del proseguimento degli studi.

«I diplomati possono sicuramente fare i programmatori - spiega Francesca Liveriero, docente dell’Istituto Tecnico Magistri Cumacini di Como e coordinatrice del dipartimento di informatica - la programmazione è un mondo vastissimo ed è il profilo più ricercato in assoluto dalle imprese. Molti ragazzi si rendono conto però che la programmazione pura non fa per loro; l’informatica piace, ma lavorare come programmatore è un altra cosa»

Oltre a programmare, i tecnici IT possono diventare sistemisti, occupandosi della gestione di una rete aziendale e dei database e, nelle grosse aziende con un reparto IT, occuparsi di tutto, dal configurare i computer per i dipendenti fino ad organizzare la rete, la posta, il sito, la sicurezza. Possono lavorare come sviluppatori di siti quando vengono richieste conoscenze informatiche specifiche per interfacciarsi con altri siti e gestire prenotazioni o pagamenti online.

Sono molto ricercati anche i Java Developer. «Java è uno dei linguaggi che i ragazzi imparano a scuola, ma copre troppi settori perché gli studenti abbiano le competenze necessarie per affrontare qualsiasi problematica. si tratta di una libreria che va dalla grafica alla sicurezza, alla gestione di applicazioni che vanno in rete. Ogni azienda ha i propri framework e i propri pattern. Noi diamo un’infarinatura, ma una volta che i ragazzi hanno le basi basta la formazione ad hoc fornita dall’azienda perché siano in grado di di sviluppare a partire da pattern specifici».

La ricerca

In questi mesi le aziende si rivolgono alla scuola per avere nominativi degli studenti; sulla piattaforma di Alma Diploma sono già 250, e ogni giorno se ne aggiungono almeno due, le imprese iscritte da quando lo scorso anno gli studenti delle 4 e delle 5 hanno iniziato a caricare i propri Cv, ma la risposta è sempre la stessa: non ci sono diplomati disponibili.

«Dalle otto classi prime di informatica si passa in media a quattro classi quinte e, su un totale di circa 80 studenti, abbiamo meno di una decina di studenti interessati a fare colloqui di lavoro. Sono solo 3 le ragazze e questo è un dato che come ex studentessa della Magistri faccio fatica a capire - precisa la docente - La maggior parte dei diplomati vuole cimentarsi con l’università frequentando informatica o ingegneria, ma c’è anche chi sceglie di fare altro e si iscrive per esempio a fisioterapia».

Il grosso della selezione avviene fra la prima e la seconda, perché fare informatica non significa solo smanettare con il computer come spesso i ragazzi delle medie si immaginano; la programmazione richiede pazienza e logica. L’informatico deve avere una cultura a 360° e la matematica allena capacità logiche fondamentali; la selezione garantisce la qualità e le aziende confermano la preparazione dei nostri studenti alla fine del quinquennio».

Le aziende sono in stretto contatto con la scuola e con loro il confronto è continuo sia durante gli incontri del Comitato Tecnico Scientifico di cui molte imprese e associazioni di categoria sono parte integrante, sia durante l’organizzazione delle attività di alternanza scuola-lavoro.

Ciononostante quando si cercano informatici non si riesce a soddisfare le richieste delle aziende del territorio.

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