Best practices ESG, un database per il tessile

L’iniziativa Progetto in tre fasi di Confindustria: lo illustra Federico Colombo, Gruppo Filiera Tessile

Un progetto nato per costruire, insieme alle aziende della filiera, un sistema condiviso di raccolta ed elaborazione dati, in grado di rispondere in modo più efficace alle richieste degli audit di brand e stakeholder.

L’obiettivo è creare un database strutturato con dati aggregati per settore, così da fornire un benchmark rappresentativo del distretto. Questo il senso delle “Linee guida e standard di qualità per il settore tessile in relazione ai parametri Esg”, il progetto che il Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como ha affidato al Centro Tessile Serico Sostenibile.

Necessità operativa

«Un’esigenza che nasce da una pressione sempre più forte derivante da capitolati e audit, che ci vengono richiesti ormai costantemente – spiega Federico Colombo presidente del Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como - Diventa quindi fondamentale riuscire a rispondere a queste richieste non solo con i dati della singola azienda, ma con dati aggregati, più rappresentativi dell’intero sistema, che abbiano un peso maggiore».

Giusto per fare qualche esempio, su alcune lavorazioni viene chiesto alle imprese di ridurre il consumo di acqua al metro fino a determinati parametri: «Se a dover rispondere è la singola azienda, diventa difficile dimostrare che quel target, allo stato attuale, non è tecnicamente raggiungibile. Ma se siamo in grado di aggregare i dati di più aziende, possiamo portare un campione più ampio, più rappresentativo, e dimostrare in modo più solido che certe richieste non sono realistiche.

Questo ci consente anche di individuare insieme percorsi di miglioramento nel medio periodo, ma con un punto di partenza concreto e condiviso. Per farlo, però, dobbiamo essere in grado di raccogliere, elaborare e presentare i dati in modo sistematico, perché solo così possiamo rispondere in modo coerente e rafforzare la nostra posizione nei confronti dei brand». Per queste ragioni il Gruppo Filiera Tessile ha deciso di avviare il progetto che potrà funzionare solo con la collaborazione della maggior parte delle aziende del distretto: «Più dati raccogliamo, più informazioni analizziamo, sia in termini di richieste subite sia di performance aziendali, e maggiore sarà la nostra capacità di restituire informazioni utili anche per comprendere dove siamo rispetto al mercato, dove possiamo migliorare o dove, magari, siamo già in una posizione avanzata».

Il tempo, oggi più che mai, è una variabile critica: «È un’urgenza reale, e non possiamo permetterci di aspettare troppo. Per questo, rivolgo un appello a chi è interessato e vuole essere parte attiva della prima fase, quella della condivisione dei dati: contattateci, perché partire subito è fondamentale».

Risposta sistemica

Confindustria Moda con il coinvolgimento dell’intero sistema moda, sta aprendo un dialogo per cercare di sviluppare un audit unico con l’obiettivo di sensibilizzare brand e stakeholder sull’importanza di evitare duplicazioni, che si traducono in costi significativi per le aziende e rendono i processi meno competitivi: «Per renderlo possibile però, dobbiamo sederci al tavolo con dati aggregati per tipologia produttiva. Ed è anche per questo che stakeholder come i principali gruppi di riferimento della moda internazionale sono già coinvolti nel confronto, perché anche i brand stanno iniziando a percepire che le troppe richieste, spesso ridondanti, stanno complicando la vita alle aziende, aumentandone i costi e riducendone la competitività»

L’iniziativa nasce per coinvolgere tutta la filiera, anche perché tante imprese non hanno la struttura o le risorse per gestire in autonomia tutte le informazioni richieste, eppure per restare nel sistema, devono adeguarsi: «Proprio per questo motivo il progetto non coinvolge solo le grandi aziende del distretto di Como, che magari sono già attrezzate su certi aspetti, ma anche quelle realtà che supportano fasi produttive esterne, e che quindi sono parte integrante del sistema».

Sono circa 160 le aziende iscritte a Confindustria Como: «Non si tratta di numeri immensi, ma rappresentano un punto di partenza solido. L’idea è cominciare da qui, per poi allargarci ad altre territoriali e condividere questo approccio, ma per riuscirci, è indispensabile che il progetto sia davvero partecipato, ed è per questo che chiediamo con forza il coinvolgimento di tutti».

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