Energia elettrica e gas: «Le imprese devono attrezzarsi per resistere». I prezzi inizieranno a scendere solo dal 2024

Le previsioni Carlo Piccinato (CEnPI) gela le aspettative delle aziende: «Inutile illudersi, ancora tensione. Anche in caso di pace in Ucraina»

«Le nostre imprese devono attrezzarsi per resistere per tutto il 2023 a prezzi che non hanno nulla a che vedere con quelli che conoscevano prima di questa ondata di aumenti. Agli imprenditori che si illudono che ci potrebbe essere un allentamento della tensione, posso solo dire che questo è molto improbabile». A parlare è Carlo Piccinato, coordinatore del Comitato tecnico di CEnPI - Confartigianato Energia per le Imprese - durante il webinar moderato da Giovanni Zaina, coordinatore della Direzione operativa CEnPI e dedicato a “Emergenza energia e gas: come affrontare il 2023?”.

La ripresa

«Non c’è da aspettarsi un ritorno alla normalità, salvo miracoli. Il 2023 sarà un anno di passione per le nostre imprese - ha sottolineato Piccinato - Ci sono fattori di sviluppo globale che suscitano interrogativi molto seri e molto dipenderà da quale sarà la domanda complessiva di gas e di petrolio sui mercati internazionali. Abbiamo assistito in questo periodo ad un rallentamento delle economie orientali che hanno in qualche modo attutito la richiesta. La Cina potrebbe decidersi per l’abbandono della politica “zero Covid” anche se ciò implicherà qualche decina di migliaia di morti; questo porterà alla ripresa economica del colosso cinese che avrà come conseguenza immediata quella di un’impennata della richiesta di materie prime sul mercato».

Si prevede una ventata di sollievo nel 2024. Ci saranno più rigassificatori disponibili e sarà più disponibile anche la grande bolla di gas metano in un’area vicinissima all’Europa in cui stanno oggi facendo perlustrazioni oltre a Israele, Egitto, Cipro e Libano anche molte società petrolifere.

Altro punto importante ripreso da Piccinato è che non esiste un mercato libero per il prezzo del gas. «Non è che domani possa arrivare per esempio l’Algeria e dirci “se gli altri lo vendono a 100 io lo vendo a 30”. Se ci fosse un libero mercato concorrenziale nei prezzi delle materie prime noi non avremmo la situazione che abbiamo adesso. Il prezzo è unico e quando il gas americano arriva in Europa viene venduto al prezzo di borsa di quel giorno e non al prezzo a cui viene estratto; da qui derivano i super profitti delle società petrolifere. Dobbiamo ricordarci però che ci sono stati altri momenti in passato in cui, al contrario di quest’anno, il costo di estrazione era quasi più alto del prezzo del gas e le grandi case monopoliste fornivano gas e petrolio senza arrivare al break even a quel prezzo di vendita sufficiente cioè per coprire i costi di produzione».

Alla meglio nel 2024 ci sarà una graduale riduzione, ma non un ritorno ai prezzi precedenti, sempre che non succedano eventi imprevedibili.

Nessuno ha idea di come finirà la questione ucraina però una cosa è certa, secondo il coordinatore del Cts del CEnPI: «Non è possibile pensare che se anche si dovesse arrivare ad un armistizio, o a una sospensione del conflitto, il giorno dopo si riaprirebbero i rubinetti russi per i Paesi occidentali».

È una questione di strategia geopolitica e i paesi occidentali devono sganciarsi dalle forniture russe o renderle “non strategiche”.

Le fonti

Alcuni Paesi usano più carbone, altri più gas, altri più petrolio. Molte di queste fonti energetiche provengono dalla Russia ed è questo il motivo delle incertezze di alcuni paesi europei nel porre un Price Cap: se pongo limiti di prezzo al di sopra dei quali non compro, poi devo essere in grado di comprare da qualche altra parte.

Oggi ci sono operatori sul mercato che offrono favole, mettono in guardia gli esperti del CEnPI, non c’è nessuno in grado di fare un’offerta vantaggiosa a un prezzo fisso e chi lo fa lo fa a prezzi altissimi.

«Non siamo in grado di assicurare prezzi più bassi di quelli del mercato. Essendo un’organizzazione di impresa, stiamo vigilando che non ci siano iper margini di profitto per chi fornisce energie per il gas alle nostre imprese e monitoriamo che i prezzi che le aziende pagano seguano il mercato, senza speculazione, anche se con un margine di profitto per chi lo vende, chi lo distribuisce e per le società elettriche».

Negli ultimi 15 giorni c’è stata, è vero, una mini flessione, ma gli addetti ai lavori fanno fatica a capire a cosa sia dovuta, forse all’andamento ancora positivo delle temperature, ma non si può prevedere dove si fermerà la curva.

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