Carletto, il fagiano amico degli alunni: buttato nel cassonetto da due teppisti

Valsolda Era solito frequentare la scuola primaria di Loggio, stando in cortile o sul davanzale. Nei giorni scorsi è stato maltrattato: da allora è scomparso. L’indignazione dei docenti

Era da tempo che Carletto svolazzava posandosi nel giardino della scuola elementare di Loggio. Carletto, come l’avevano battezzato gli alunni, è un simpatico fagiano che ormai era diventato un’autentica mascotte, l’amico dei bimbi. Ma adesso è sparito, l’ennesima vittima della barbarie senza senso degli uomini. In questo caso, poi, di ragazzi giovanissimi.

Le fotografie

È una storia di grande amore e rispetto, quella che ha avuto un bruttissimo epilogo. A dispetto della sua natura selvatica, infatti, Carletto con i bambini delle scuole aveva stabilito un rapporto tale che si fidava ciecamente di loro: li attendeva prima delle lezioni al mattino, si metteva sui davanzali delle finestre a osservarli in aula e all’intervallo si lasciava persino coinvolgere nel gioco, rincorrendo la palla e divertendo tutti.

Ci sono le fotografie, alcune delle quali pubblicate qui a fianco, a dimostrare quanto fosse un rapporto ormai consolidato. Una presenza amica, persino rassicurante per i piccoli ragazzi della primaria.

Ma un pomeriggio dei giorni scorsi, in base alle testimonianze raccolte, nei paraggi della scuola primaria sono arrivati due ragazzini con qualche anno in più (non si conoscono altri dettagli su di loro) e lui, il Carletto, si è lasciato istintivamente avvicinare.

Stavolta, però, gli intenti nei suoi confronti erano tutt’altro che benevoli: i due ragazzi-teppisti l’hanno scaraventato più volte in un cassonetto dei rifiuti, l’hanno maltrattato, rincorso minacciosamente fino a farlo praticamente impazzire lanciandogli contro dei petardi. Suoni e rumori assordanti per il solo gusto di un divertimento malato.

Resta il fatto che, da quel momento, il fagiano amico dei bambini non è stato più visto a scuola. Sembra sparito, dopo lo spavento a cui è dovuto sottostare ad opera di chi era convinto fosse amico.

Simbolo

«Da non credere – commenta un’insegnante, Mariella Bralla – E’ mortificante apprendere che dei ragazzini possano divertirsi a maltrattare un povero animale. In questa società, ormai, tutto sembra lecito, ma non per forza deve essere sopportabile».

Non è la prima volta che anomali selvatici fraternizzano con i bambini, forse riconoscendo in loro un atteggiamento benevolo e senza secondi fini. E il fagiano di Loggio, quando al mattino udiva dal boschetto non distante il vociare degli alunni, si affacciava nel giardino nella scuola, sicuro di incontrare persone amiche, delle quali fidarsi e affidarsi come sono soliti fare gli animali. «Carletto era ormai diventato un simbolo – dice ancora l’insegnante – amato e coccolato dai bambini e guardato ovviamente con simpatia anche dalle maestre e dai collaboratori scolastici. A scuola speriamo tutti di poterlo ancora rivedere».

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