Inglese annegato: l’allarme di Matteo e le ricerche disperate. «Utile informare gli stranieri dei pericoli»

Testimonianza Un giovane, l’ennesimo, turista straniero morto nelle acque del lago: il racconto di chi l’ha visto inabissarsi, senza più emergere

«Ho visto quei due ragazzi, erano dietro di me... Io stavo aspettando delle amiche. Poi uno dei due mi si è avvicinato, dicendomi che l’altro ragazzo si era tuffato senza più riemergere...».

Matteo Magatti, 27 anni di Como, era presente sul molo di Torno la sera di lunedì quando, alle 18, il turista inglese si è inabissato senza più riemergere.

La chiamata ai soccorsi

È stato lui a chiamare i soccorsi. Ed è stato lui a raccogliere, con le due amiche nel frattempo sopraggiunte (una che si è anche prestata a fare da traduttrice), i primi racconti del ragazzo inglese che stava riprendendo il tutto nel lago di quel ventenne che aveva conosciuto da poco, su un battello della navigazione. «Ero sul molo – ci racconta – avevo i piedi in acqua e aspettavo le mie amiche. Mi ero accorto dei due ragazzi inglesi alle mie spalle. Poi uno dei due mi si è avvicinato chiedendo aiuto, perché l’amico di era tuffato senza più riemergere».

«Gli ho chiesto se non poteva essere che l’amico stesse scherzando, se fosse riemerso poco più avanti, magari dall’altra parte del molo...», ma presto è stato chiaro che si stava concretizzando l’ennesima tragedia.

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Il divieto di balneazione, poco visibile

«In acqua c’era un ragazzo australiano – prosegue il ventisettenne comasco – Ha iniziato anche lui a cercare, guardando sotto, ma il lago era scuro e non vedeva». Nel frattempo i soccorsi sono arrivati sul posto: «Prima da terra, con una ambulanza... mi sono anche chiesto se non fosse stato meglio arrivare dal lago. Invece i sommozzatori sono arrivati dopo». Ma c’è un’altra cosa che vuole dire Matteo Magatti: «In quel punto c’è il divieto di balneazione ma è poco visibile, con cartelli scritti in italiano, e spesso c’è gente che fa il bagno senza badare ai divieti, proprio come accaduto lunedì».

«Il lago è pericoloso, noi che viviamo qui lo sappiamo – prosegue il ragazzo di Como – Magari però sarebbe utile una maggiore informazione per gli stranieri. Quel giovane inglese non sapeva cosa fare, ci ha chiesto aiuto. Non conosceva bene il ragazzo che si era tuffato, ci ha detto che si erano conosciuti da poco sul battello della Navigazione e che avevano deciso di passare un pomeriggio insieme a Torno. Prima avevano bevuto qualcosa al bar, poi sono scesi al molo per quel maledetto tuffo».

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