Variante, lavori sospesi. L’annuncio choc ad Anas

Tremezzina Ieri la comunicazione del Consorzio che ha vinto l’appalto . A causa dei rialzo dei costi, le imprese hanno fermato i cantieri ai due portali

Clamoroso. Il cantiere della variante della Tremezzina si ferma (quasi) completamente anche a Colonno, dopo che già da tempo i lavori erano ridotti ai minimi termini al portale nord di Griante.

Così, dopo gli scricchiolii di cui si parlava da giorni, ieri il Consorzio Stabile Sis - l’associazione temporanea di imprese (Ati) che si è aggiudicata l’appalto - ha inviato ad Anas una comunicazione ufficiale in cui annuncia la sospensione quasi totale dei lavori. Non solo: perché tra le indiscrezioni circolate c’è anche quella di un progressivo smantellamento dei mezzi di cantiere.

Motivazioni

Motivo: i costi generali fuori controllo, anche a causa dei problemi di smaltimento dei materiali contaminati da idrocarburi (a Colonno) e arsenico (a Griante). Secondo quanto si è appreso, l’Ati avrebbe già chiesto ad Anas un incontro ufficiale o, meglio, di organizzare un Tavolo tecnico per valutare nel dettaglio ogni singola voce dell’attuale contratto.

Nell’attesa, intanto, va registrata la sospensione quasi totale dei lavori: il “quasi” è legato al fatto che a Colonno potrebbero proseguire solo minime attività di cantiere.

Prova ne sia che ieri mattina le strettoie lungo la Regina non si sono visti circolare i camion della variante, che pure avrebbero dovuto proseguire sino al 30 giugno il loro tragitto da e per Tirano.

C’è poi la beffa: il fermo del cantiere arriva cinque giorni dopo il summit di Villa Gallia, in cui Anas aveva annunciato una ripresa da maggio dei lavori al portale nord di Griante e in cui aveva dato conto di un’accelerazione dei lavori a Colonno con la galleria principale “Comacina” che era avanzata a 310 metri su 3 chilometri e mezzo di tunnel.

La situazione è davvero complessa, anche per il territorio, che comunque ha dato prova di saper convivere con i lavori della variante.

E ieri sono risuonate più che mai attuali le parole del responsabile della Struttura Territoriale Anas Lombardia, l’ingegner Nicola Prisco, che il 5 febbraio scorso durante il penultimo Tavolo istituzionale aveva definito la situazione legata allo smaltimento dello smarino contaminato da arsenico in quel di Griante «potenzialmente apocalittica». Poi era stata trovata una soluzione per il conferimento di quella parte di materiale in un sito di stoccaggio a Varese. Ma ora torna tutto in discussione.

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