
Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Venerdì 17 Ottobre 2025
Ronago, fermo in dogana
Sequestrati sette chili di caviale
Ronago Due furgoni con targa ucraina bloccati a Novazzano - Trasportavano generi alimentari
Ronago
Sette chili e mezzo di prelibatissimo caviale tra il “bottino” sequestrato sul versante ticinese della dogana di Ponte Faloppia dagli agenti dell’Ufficio federale della Dogana e della Sicurezza dei Confini a seguito del fermo di due furgoni con targhe ucraine che trasportavano - dal nostro territorio verso il Ticino attraverso un valico “minore” - generi alimentari non dichiarati. Lo stesso Ufficio federale ha rimarcato come «i due furgoni sono stati intercettati in ingresso in Ticino a Novazzano durante un controllo all’interno del territorio», quello che sul nostro lato della frontiera viene chiamato controllo di retro-valico.
E così, tra i vari generi alimentari non dichiarati, sono spuntati anche sette chili e mezzo di caviale di storione, sprovvisto delle necessarie autorizzazioni “Cites”. Questa prelibatezza - almeno per i palati più fini - era in buona compagnia, considerato che i tre uomini e la donna - tutti di nazionalità ucraina - avevano pensato bene (si fa per dire) di fare anche un’abbondante scorta di carne, visto che gli agenti dell’Ufficio federale della Dogana ne hanno individuati sui due furgoni ben 61,2 chili. Durante la perquisizione sono stati scovati anche 7,8 litri di alcolici oltre ad altre merci non sdoganate. Chiaro l’intento di varcare il confine - come rimarcato dalle stesse autorità federali - attraverso un valico «non controllato in modo statico». Ai quattro cittadini ucraini è stata così comminata una sanzione, a fronte della quale la merce è stata poi sdoganata ad eccezione del caviale.
Il perché di questa decisione lo ha spiegato lo stesso Ufficio federale della Dogana e della Sicurezza dei Confini, rimarcando come «il caviale è stato trattenuto per ulteriori accertamenti nell’ambito delle autorizzazioni Cites». Questo perché a tutti gli effetti fa parte «delle specie animali che rischiano di diminuire o sono minacciate di estinzione». Al momento questa preziosa merce risulta dunque sequestrata come “pegno doganale”.
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