Cuore battente o cuore fermo: al Sant’Anna Ecmo fa “miracoli”

Biotecnologie A San Fermo un sistema di circolazione extracorporea. Aiuta a preservare e mantenere idonei al trapianto gli organi addominali

L’intervento di prelievo da donatore deceduto può essere eseguito a cuore battente o a cuore fermo. Questa seconda possibilità viene eseguita solo in pochi centri specializzati di cui, nel 2019, l’ospedale Sant’Anna di Como è entrato a far parte.

La donazione a cuore fermo viene eseguita grazie all’Ecmo, un sistema di circolazione extracorporea che preserva e mantiene idonei al trapianto gli organi addominali. Si tratta di una procedura complessa che viene effettuata in pochi centri di eccellenza e richiede elevata competenza, tecnologia adeguata e un perfetto lavoro di squadra. Dal 2019 ad oggi sono state 13 le donazioni a cuore fermo registrate nel nosocomio comasco.

L’Ecmo, ossigenazione extracorporea a membrana (Extra corporeal membrane oxygenation), è una metodica che può essere utilizzata non solo per la donazione di organi a cuore fermo. «Le indicazioni all’uso dell’Ecmo – spiega Andrea Lombardo, primario dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione 2 all’ospedale Sant’Anna e del Ssuem 118, il servizio sanitario extraospedaliero di urgenza ed emergenza - sono rappresentate da tutte quelle situazioni nelle quali risulti altamente compromesso ed insufficiente il sistema cardio-respiratorio».

È chiaro quindi che la metodica viene impiegata su pazienti selezionati in attesa della ripresa delle funzioni, o come supporto temporaneo che consente al paziente di sopravvivere nell’attesa di ulteriore trattamento (che in alcuni casi può essere proprio il trapianto). Per il suo impiego, inoltre, è indispensabile una formazione specifica del personale sanitario e la presenza dei tecnici perfusionisti. Quest’ultima figura è necessaria anche per altre attività in ambito cardiovascolare, e l’ospedale ha ne recentemente ampliato l’organico.

«Il dispositivo – prosegue il primario – è molto assimilabile alla “macchina cuore-polmone” utilizzata in cardiochirurgia, ed è costituito sostanzialmente da una pompa e da un ossigenatore. La macchina consente così di drenare il sangue venoso dal paziente, ossigenarlo e impoverirlo di anidride carbonica supportando il lavoro dei polmoni, e restituirlo al paziente con un flusso variabile secondo la necessità clinica».

L’Ecmo viene così utilizzato nei casi di grave insufficienza respiratoria quando i polmoni sono malati, andando a “vicariare” le loro funzioni per quanto riguarda il distretto venoso.

Così come per gli altri impieghi appena citati, anche per il prelievo di organi è un’equipe multidisciplinare a occuparsi del percorso con Ecmo. In questo caso a seguito di valutazione di idoneità e una volta accertato il decesso del donatore, questo viene collegato al sistema di circolazione extracorporea in modo da ottenere una perfusione degli organi addominali – in particolare fegato e reni -, con risultati in termini di ripresa funzionale nel trapiantato del tutto sovrapponibili al prelievo effettuato su donatore a cuore battente.

«La presenza dell’Ecmo al Sant’Anna – conclude Lombardo – ci ha permesso di ottenere questi importanti risultati anche sul fronte delle donazioni di organi che altrimenti non sarebbero stati possibili. Il nostro è un ospedale per acuti, sede di Dea di II livello. L’Asst Lariana è costantemente impegnata nel potenziamento di risorse, tecnologie e personale in questo settore, collocando l’Ospedale Sant’Anna al livello dei principali hub regionali nel circuito emergenza-urgenza con il fine di garantire il più adeguato livello di prestazioni in un sistema di rete integrato. Ritengo doveroso divulgare ai cittadini comaschi i grossi sviluppi che stanno caratterizzando il nostro Ospedale, in un momento non semplice per il sistema sanitario pubblico, ottenuti non solo grazie agli investimenti ma anche alla professionalità di tutte le figure che vi lavorano, senza le quali tutto questo non sarebbe possibile».

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