Estate e anziani: una “Telecyclette” per battere la solitudine

Psicologia Presentato in Olanda un progetto dell’università Vita Salute. Consente di essere “proiettati” da un ambiente chiuso su un vera bicicletta

La Telecyclette per combattere l’isolamento degli anziani. Parte dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano una rivoluzione nelle tecniche di riabilitazione degli anziani nelle Rsa. Il progetto è stato presentato ad Amsterdam dal professor Claudio de’Sperati, associato di Psicobiologia e Psicologia fisiologica alla Facoltà di Psicologia.

Con l’aumento della longevità e dell’aspettativa di vita, la popolazione anziana, soprattutto in Europa e in Nord America, è in costante aumento e, tra il 2020 e il 2050, gli over 80 dovrebbero triplicare, superando il tetto di 400 milioni di persone. Gli anziani, soprattutto quando vivono in strutture assistite, affrontano tre problemi principali: l’isolamento fisico, il declino dell’attività motoria e l’impoverimento affettivo, che hanno un forte impatto negativo sulla gestione delle comorbilità fisiche e sulla qualità generale della vita.

Solitudine dell’anziano e senso di colpa della famiglia

«Chiunque abbia un parente anziano non più autosufficiente – spiega il professor de’ Sperati - sa bene quanto l’eventuale trasferimento in una struttura assistita sia una decisione sofferta che comporta una separazione dolorosa per l’anziano in termini fisici, psicologici e sociali. Sovente, a ciò si somma il senso di colpa della famiglia, che si sente responsabile della decisione».

Per far fronte a questa condizione, nasce il progetto Telecyclette, che prende spunto dai sistemi di ciclismo indoor con realtà virtuale, già disponibili in commercio per gli appassionati, ma se ne differenzia per il sistema di telecomunicazione che mette in dialogo una cyclette da camera, collocata per esempio nella palestra di una Rsa, e una bicicletta reale. Indossando un visore di realtà virtuale immersiva, montato su un caschetto, l’anziano viene proiettato su una bicicletta reale, sulla quale, in quel momento, sta pedalando una persona in carne ed ossa. Il progetto, che vede il sostegno e la collaborazione di più partner e di un gruppo multidisciplinare composto da docenti e ricercatori, ha una durata quadriennale.

Una bicicletta con telecamera

Sulla bicicletta è montata una videocamera, con una panoramica di 360 gradi, connessa, in tempo reale, tramite una rete mobile 5G, al sistema di realtà virtuale. Oltre alla videocamera, sulla bicicletta sono montati anche un microfono e un piccolo altoparlante, in modo da rendere possibile sia la conversazione, sia ascoltare i rumori provenienti dall’esterno. La Telecyclette consente, quindi, all’anziano di sentirsi su una vera bicicletta (telepresenza), per la precisione su un tandem con il quale “evadere” dalla Rsa pedalando e allo stesso tempo conversando con chi pedala. In uno sviluppo ulteriore e successivo, l’anziano potrà anche controllare attivamente, in tempo reale, la velocità e la direzione della bicicletta, grazie a un sistema meccatronico di controllo da remoto, per cui è già stata depositata una domanda di brevetto, del quale sono co-titolari UniSR e Fondazione Cariplo e i cui eventuali primi proventi saranno investiti per il 50% in attività di ricerca in questo ambito, secondo una gestione etica del brevetto, per finalità sociali.

Uno strumento futuristico per non sentirsi soli

«Possiamo immaginare un futuro – conclude il professore - in cui il nipote chiamerà al telefono il nonno in Rsa, proponendogli di fare un giro in Telecyclette insieme, oppure in cui sarà possibile per una persona anziana prenotare un giro in Telecyclette con un volontario che regala un po’ del suo tempo o appoggiandosi a una rete di accompagnatori ciclistici a distanza, un possibile nuovo mestiere che questo progetto prefigura».

Il progetto è anche un esempio di applicazione di un meccanismo di potenziamento percettivo studiato in laboratorio, denominato “sguardo aumentato”, che, sfruttando le capacità adattive dei sistemi sensori-motori, permette di amplificare gli effetti della rotazione della testa di chi indossa il visore, rendendo più agevole l’esplorazione dell’ambiente circostante e facilitando il contatto visivo tra l’anziano e il conducente della bicicletta.

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