Autosilo gratis, il tribunale insiste
Appello all’Avvocatura dello Stato

Il Comune fra tre giorni disattiverà le tessere d’ingresso privilegiate in via Auguadri. L’assessore Iantorno: «Una vicenda mal gestita da 17 anni. È deciso: da lunedì si paga»

Si alza il livello dello scontro istituzionale tra Comune di Como e Palazzo di giustizia.

A tre giorni dall’ora X, quando cioè Palazzo Cernezzi procederà alla disattivazione delle tessere che in questi anni hanno consentito ai dipendenti del ministero di posteggiare gratuitamente all’autosilo di via Auguadri (il provvedimento scatterà lunedì mattina) il presidente del tribunale Nicola Laudisio ha preso e carta e penna per scrivere all’Avvocatura dello Stato.

È una lettera che ripercorre la cronistoria del difficile rapporto tra Palazzo Cernezzi e il tribunale, dall’epoca della convenzione con cui il ministero di Grazia e giustizia impegnò cinque miliardi di lire per ampliare l’autosilo - strappandone in cambio l’usufrutto gratuito di duecento posti - fino all’accordo in base al quale lo stesso ministero avrebbe poi dovuto integrarne le spese di gestione. Lo fece fino al 2005 (30mila euro all’anno), poi più nulla, salvo giustificarsi nel 2008 con una lettera in cui si richiamavano i contenuti di una legge del 1941, la numero 392, che imponeva ai Comuni di farsi carico di tutti costi delle sedi ministeriali.

Dal punto di vista normativo, la questione non è chiarissima, senz’altro non quanto conseguenze che, al contrario, sono molto nitide: «Del resto - dice l’assessore Marcello Iantorno, avvocato - erano anni che chiedevamo chiarezza, anche alla precedente amministrazione, che non fu mai in grado di fornire i ragguagli che a più riprese invocammo dai banchi dell’opposizione. La realtà è una soltanto, e cioè che non esistono motivi validi per i quali non si debba pagare la sosta. Non ci sono convenzioni, non ci sono accordi, e la stessa comunicazione con cui il ministero, nel 2008, giustificava il mancato versamento di contributi nei tre anni precedenti, ne è conferma indiretta».

E mentre i sindacati dei lavoratori del tribunale preannunciano iniziative di protesta eclatanti, sorge spontaneo domandarsi quali siano le ragioni che escludono dal pagamento del posteggio giudici e magistrati, cui continueranno a essere riservati, senza onere, cinquanta dei 200 posti a disposizione: «Noi ragioniamo per atti - si limita a commentare Iantorno - E in merito alla posizione di giudici e procuratori, abbiamo trovato documentazione ministeriale che espressamente riservava l’utilizzo gratuito di quei 50 posteggi interrati... La verità è che tutta questa faccenda è stata mal gestita per 17 anni. E che da lunedì la sosta sarà a pagamento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA